L’annuncio atteso nei giorni scorsi è arrivato: con una nota pubblicata sul proprio sito Web ufficiale, la Federal Trade Commission ha annunciato l’accordo relativo ad una sanzione da 22,5 milioni di dollari comminata nei confronti di Google, reo di aver tracciato gli utenti in possesso di dispositivi Apple mediante l’utilizzo di alcuni cookie nel browser Safari disattendendo a precedenti indicazioni provenienti dalla stessa FTC. Il tutto, sfruttando un sistema in grado di oltrepassare le decisioni degli utenti, tracciati anche nel caso in cui fosse stata abilitata l’apposita funzione per il blocco dei cookie.
Trattasi di una multa che da un lato non rappresenta un particolare problema dal punto di vista economico, essendo Google in possesso di circa 50 miliardi di dollari di liquidità, dall’altro invece stabilisce un nuovo record per la FTC, che mai aveva raggiunto tale cifra prima d’oggi. Un dettaglio, questo, che dimostra come l’ente abbia ritenuto particolarmente gravi le colpe di cui si è macchiata l’azienda di Mountain View, il cui operato ha chiaramente violato le precedenti indicazioni della Commissione in tema di tutela della privacy.
L’accordo siglato con Google chiude ogni pendenza e spegne ogni colpa con la simbolica sanzione.
Google aveva anzitempo ammesso l’errore commesso, precisando però di non aver mai fatto uso, tanto meno doloso, dei cookie su Safari per tracciare l’utenza utilizzante il browser di Cupertino. «Cerchiamo di mantenere i più elevati standard per la privacy e la sicurezza dei nostri utenti» ha dichiarato l’azienda mediante un proprio portavoce. «La FTC si è concentrata su di una pagina di aiuto pubblicata nel 2009, un anno prima che Apple cambiasse le sue policy per la gestione dei cookie. Abbiamo modificato tale pagina ed iniziato a rimuovere i cookie, i quali non collezionavano informazioni personali».
Oltre a dover pagare la sanzione, il colosso delle ricerche dovrà fare in modo che ogni traccia dei cookie incriminati scompaia entro il 2014. La vicenda, insomma, si chiude senza particolari contestazioni, con Google che ne esce quasi indenne dal punto di vista economico: a gravare sull’azienda è per lo più il danno d’immagine, con gli utenti consapevoli del potenziale tracciamento delle loro attività in passato, ma ora nuovamente garantiti dall’intervento della FTC e dai correttivi portati avanti dai tecnici di Mountain View.