All’apparenza trattasi di una manovra suicida, ma basta poco per capire che il tutto non porta alcuna negatività: Google ha comunicato che è pronto a rimuovere alcune pubblicità sulle pagine dei risultati delle ricerche nel momento in cui l’utente impegnato tra le query dimostra di non avere intenzione alcuna (per qualsiasi motivo) di cliccare sugli spazi AdWords.
Il principio non fa una grinza: se un utente dimostra (a seguito di prove ripetute ed una statistica duratura nel tempo) di non voler cliccare sulle promozioni, mostrarne ancora diventa un fattore controproducente in quanto diminuisce il peso specifico dell’utilità della pagina per proporre materiale che tanto, per un motivo o per un altro, non verrà cliccato. La decisione è dunque quella di rimuovere tale materiale e di lasciare all’utente una pagina più pulita in cui i risultati la facciano da padrona.
La scelta non coinvolge tutti gli spazi promozionali, ma solo quelli in cima alle pagine. Nel momento in cui non si clicca, tale spazio scompare e rimane presente esclusivamente quello sul lato destro. Così facendo Google ottimizza il rapporto tra qualità del servizio e quantità delle promozioni, favorendo quest’ultimo fattore solo nei casi in cui l’utente sia maggiormente predisposto al click. La cancellazione dei cookies elimina ogni traccia delle ricerche antecedenti ed annulla dunque l’effetto della precauzione attuata.
Il dibattito sul caso ha fatto inoltre emergere come il dispositivo potrebbe avere lo scopo di creare una certa varietà tale da cambiare il percorso abituale delle promozioni in modo da stuzzicare l’attenzione dell’utente celando spazi all’evidenza inutili. Non è stata individuata una linea di condotta univoca, ma è confermata la pratica di Google in grado di personalizzare le Adwords in base alle abitudini di click registrate.