Google no limits: GMail a 1 Terabyte?

Può essere solo una voce o una mossa strategica per mettere a tacere la concorrenza, ma la mossa di Google potrebbe avere riscontri sconvolgenti: alcuni utenti GMail hanno visto la propria casella di posta lievitare fino a 1 Terabyte.
Google no limits: GMail a 1 Terabyte?
Può essere solo una voce o una mossa strategica per mettere a tacere la concorrenza, ma la mossa di Google potrebbe avere riscontri sconvolgenti: alcuni utenti GMail hanno visto la propria casella di posta lievitare fino a 1 Terabyte.

Google starebbe testando un’aumento da 1 Terabyte dello spazio disponibile per il proprio servizio di webmail GMail. 1 TByte corrisponde a 1000 GByte o se preferite a un trilione di byte, mille volte in più lo spazio previsto prima del lancio. La notizia arriva da alcuni utenti GMail che si sono trovati cotanto spazio nella propria casella ed hanno divulgato il tutto tramite i propri blog personali. L’aumento non è stato indirizzato a tutti gli utenti, non, ad esempio, alle caselle di test disponibili per HTML.it.

[Update: Alcune ore dopo la pubblicazione di questa notizia, Google ha smentito l’aumento della capienza della casella di posta e ha attribuito lo strano comportamento qui descritto ad un bug.]

Google sta sconvolgendo i paradigmi stessi della navigazione. Quando le caselle di posta erano da 50 MByte, l’uso conseguente era vincolato dai limiti di fruizione imposti dalle modalità e dagli spazi di accesso. Poi la novità: arriva GMail, 1 GByte di spazio a disposizione. Polemiche, critiche, entisiasmi, infine le sorprese: Spymac offre lo stesso spazio mentre GMail è ancora ai box, Yahoo! aumenta lo spazio sino a 100 MByte e nelle ultime ore Lycos ha ufficialmente lanciato un servizio da 1 Giga al costo di circa 3 sterline al mese.

Le grandi mosse di Google hanno finora sempre premiato. Tale inclinazione trova motivazione nel nome stesso del motore (derivato da Googol), e l’affronto portato avanti dalla concorrenza è stato presto ripianato dal “rumor” del tera a disposizione di ogni utente.

Altra novità delle ultime ore è il punzecchiamento che Google porta a Microsoft. Il motore di ricerca avrebbe infatti intenzione di sviluppare un tool di ricerca dedicato ai desktop, utile a scovare le informazioni desiderate all’interno del pc. Tale ambito era finora sotto la totale egemonia di Microsoft e con il prossimo Longhorn erano già state promesse notevoli migliorìe a quanto finora messo a disposizione dell’utenza.

Le scelte strategiche di Google sembrano concretizzare quanto si prevedeva sin dalla nascita della rete: la rete, con il crescere esponenziale e onnicomprensivo delle informazioni contenute, deve trovare metodi e tecnologie sempre più affinati di “information retrieval”. Ciò in quanto non è tanto la quantità e la qualità dei dati a diventare il collo di bottiglia della crescita del sistema, quanto il ritrovamento degli stessi all’interno di una massa crescente (e già abnorme) di informazioni.

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