Cercando una qualsiasi destinazione su Google, si possono trovare informazioni in merito alla città interessata e le indicazioni per raggiungerla, i link ai siti istituzionali e le immagini che la ritraggono in fotografia. Allegando alla query termini come “viaggio”, “hotel” o “vacanza” le SERP (pagine dei risultati) si popolano però di offerte e inserzioni pubblicitarie che portano il navigatore verso la prenotazione di un biglietto aereo o di un pernottamento.
Nulla di strano, per un motore di ricerca che genera la maggior parte dei propri introiti dall’advertising. Secondo realtà come Expedia e Priceline, però, bigG sta rosicchiando loro quote di mercato, integrando sulla propria piattaforma strumenti che lo rendono ben più di un semplice search engine. Si pensi ad esempio all’applicazione Trips lanciata di recente, capace di generare in pochi secondi l’itinerario completo di un viaggio, oppure alla possibilità di pagare un albergo senza passare da siti di terze parti per gli utenti che hanno già allegato al proprio account Google gli estremi della carta di credito.
In altre parole, c’è chi teme che il gruppo di Mountain View possa pian piano trasformarsi in un operatore turistico. Una sensazione condivisa, stando ai pareri raccolti dalla redazione di Bloomberg in occasione della conferenza Phocuswright andata in scena a Los Angeles, tra le più importanti al mondo per il settore. Da Mountain View, ovviamente, sono sempre arrivate smentite in tal senso e la rassicurazione che le funzionalità relative ai viaggi fin qui introdotte non hanno che lo scopo di accelerare le operazioni per l’utente finale, semplificandogli la vita.
Expedia, Priceline & co. temono invece che un atteggiamento di questo tipo finirà con il sottrarre loro un’importante volume di traffico, impedendo la vendita di servizi accessori come il noleggio di un’automobile oppure i servizi assicurativi. Non è nelle possibilità di queste piattaforme competere con bigG ad armi pari: Google potrebbe confezionare su misura offerte di viaggio sulla base delle informazioni raccolte nella cronologia delle ricerche. Ad esempio, se qualcuno cerca con mesi di anticipo la chiave “new york capodanno”, a poche settimane dalla scadenza bigG potrebbe ricordarsene e inviare una promozione per passare le festività natalizie nella Grande Mela, tagliando fuori di fatto gli operatori tradizionali.