Le schede dell’assistente virtuale Google Now sono state introdotte dal gruppo di Mountain View con l’obiettivo di fornire all’utente le informazioni di cui necessita, sollevandolo dall’obbligo di cercarle. Sia che si tratti del risultato della squadra preferita che dell’orario dei voli prenotati, i dati vengono mostrati automaticamente sul display dello smartphone, direttamente all’interno della homescreen.
A partire dal fine settimana, Ricerca Google sui dispositivi Android ha iniziato a mostrare contenuti provenienti da 40 differenti applicazioni di terze parti. Tra queste ci sono ad esempio quella del Guardian per la consultazione delle notizie, Pandora (servizio non accessibile dall’Europa) per lo streaming della musica, Duolingo per imparare una lingua straniera, Instacard, Airbnb, Lyft e molte altre ancora. Il progetto è stato messo in campo da bigG grazie alla collaborazione con oltre 30 sviluppatori e il rollout interesserà la totalità degli utenti entro le prossime settimane. Ovviamente, l’intenzione è quella di estenderlo in futuro ad un numero sempre maggiore di software.
L’intenzione di Google è chiara: rendere la propria tecnologia sempre più funzionale e versatile, capace di mostrare all’utente informazioni ancor prima che questo le debba cercare. Al suo debutto, l’assistente virtuale è stato erroneamente etichettato da alcuni come un’alternativa poco evoluta di Siri (integrato da Apple in iOS su iPhone e iPad), ma ben presto ha dimostrato le proprie potenzialità. Il pieno supporto all’interazione mediante comandi vocali, un numero sempre maggiore di schede e ora il supporto alle app di terze parti contribuiscono a renderlo un sistema affidabile per restare costantemente aggiornati su tutto ciò che riguarda le attività online, sia legate all’intrattenimento che all’ambito lavorativo.