Ridurre l’impatto ambientale ed i consumi per la produzione di energia elettrica per i propri stabilimenti, fornendo al tempo stesso nuove soluzioni e nuove tecnologie per rendere meno gravosa sull’ambiente l’alimentazione di data center ed altri centri di elaborazione: è questo l’ultimo obiettivo che i vertici Google hanno deciso di perseguire, come evidenziato anche da Lerry Page nel corso dell’ultimo meeting degli azionisti e dalle nuove cariche disponibili presso il quartier generale di Mountain View.
Il colosso delle ricerche in Rete è dunque alla ricerca di 5 figure professionali in grado di far compiere alla società un deciso passo in avanti in direzione di consumi meno inquinanti. Di queste, una avrà il compito di lavorare direttamente sul consumo di energia elettrica negli stabilimenti della società, mentre gli altri 4 andranno a costituire un team di lavoro con l’obiettivo di studiare nuove tecnologie in grado di fornire energia in maniera alternativa, con un occhio di riguardo verso l’ambiente, ed avranno il compito di suggerire al gruppo gli investimenti economici più opportuni.
Ad ogni nuovo ingegnere assunto sarà richiesto non di «eseguire esperimenti di laboratorio, ma di realizzare sistemi funzionali in grado di offrire risultati tangibili in termini economici» per la produzione di energia elettrica. In quel di Mountain View v’è dunque una forte volontà di rendere più verde il motore di ricerca più famoso della Rete, che già da alcuni anni ha intrapreso la strada dell’ecologia: l’ultimo investimento è datato aprile 2011, con 100 milioni di dollari per la realizzazione di quella che dovrà essere la centrale eolica più grande al mondo.
Tra gli altri progetti “green” della società figura inoltre la realizzazione di un data center interamente raffreddato dal mare, il cui fine è quello di ridurre sensibilmente i costi di gestione dello stesso. In questo modo BigG punta a diventare uno dei colossi dell’industria informatica più attenti alla riduzione dell’impatto ambientale: il settore, del resto, è stato più volte etichettato come un grosso pericolo per l’ambiente ed urge dunque rivedere l’attuale modello per ridurre l’emissione di materiale nocivo per l’ambiente da parte delle principali società.