Ogni rimozione di materiale da YouTube si basa su di una richiesta di cancellazione di un contenuto. Gran parte delle richieste si basa sulla necessità di bloccare la violazione di copyright. Tale meccanismo è stato messo in moto dalla stessa Google in un fiorire di polemiche che da sempre accompagna il servizio. Google, però, vuol ricordare come ogni limite abbia un suo “ma” e che ogni rimozione possa avere il suo “però”.
Nessuna novità, peraltro, ma soltanto una precisazione resasi necessaria nei giorni in cui “La caduta” ha fatto parlare di sé per la rimozione delle innumerevoli produzioni ironiche che hanno usato il monologo del film come fonte di ispirazione. Google con apposito post ha ricordato come il programma Content ID funzioni su base automatica e che quindi possa portare alla rimozione di filmati che meriterebbero di rimanere sul sito. Google intende proteggere i partner che hanno aderito al programma: in caso di scoperta di filmati che violano il copyright la rimozione è automatica. Ma per gli utenti permane una possibilità di appello.
Siccome il Content ID non è in grado di capire il contesto nel quale un particolare contenuto è stato utilizzato, è l’autore del video a poter reclamare la propria buona fede. Google segnala pertanto la possibilità di far appello al “Fair use” per contestare eventuali rimozioni. A reclamo avvenuto, il video torna disponibile e sarà analizzato in seguito per capire se sia o meno autorizzato ad utilizzare il contenuto reclamato.
1000 partner del Content ID da una parte, milioni di utenti dall’altra: Google vuole accontentare entrambi e mette pertanto a disposizione strumenti utili tanto agli uni quanto agli altri per garantire il massimo rispetto delle regole. Ma soprattutto, sottolinea Google, non è questa una novità: la possibilità di appello è in auge da tempo, diritto proprio di un sistema basato sulla ricerca del miglior equilibrio tra tutela del copyright e difesa della libera creatività dei singoli. Quel che cambia rispetto al passato è nell’affinamento dei meccanismi e delle parole, con un post di chiarimento per mettere nero su bianco tutti i dettagli del procedimento.
Ora gli utenti sanno quali sono i propri diritti e come possono farli valere. Per YouTube si tratta di una sorta di procura logica e vantaggiosa, poichè maggiori sono le opportunità di espressione per gli utenti e maggiori sono i contenuti di valore ospitati. Fermo restando la necessità di offrire ai partner Content ID ogni garanzia per la tutela dei propri diritti, ma tutto ciò entro i limiti fissati dalle regole e non certo oltre.