Quel che prima era promosso e incoraggiato, ora è deprecato: Google ha comunicato la messa da parte definitiva del proprio PageSpeed Service, un progetto finalizzato anzitutto a sensibilizzare gli sviluppatori sull’importanza della velocità di caricamento delle pagine e sulla necessità di ottimizzare quindi le risorse scambiate tra client e server.
PageSpeed Service chiuderà i battenti in data 3 agosto. Il cambio avverrà pertanto in modo relativamente repentino e chi ne fa uso dovrà pertanto mettere presto mano al codice per staccare le proprie pagine dal supporti dei server Google. Chi non opererà il distacco rischia che, il giorno dello spegnimento del servizio, anche le proprie pagine non possano più essere raggiungibili. Google ha quindi voluto spiegare chiaramente le procedure da seguire, i rischi che si corrono e la necessità di operare con rapidità al fine di completare un passaggio rapido e indolore a nuove procedure. Con questa mossa Google non vuole comunque cambiare il messaggio veicolato: la velocità rimane un parametro importante, tanto da rientrare nel calderone degli algoritmi di ranking sul motore di ricerca, ma al tempo stesso l’opera di sensibilizzazione è andata a buon fine e non serve più assistere proattivamente gli sviluppatori.
Nello spegnere il proprio servizio, Google consiglia servizi alternativi in grado di sfruttare la tecnologia PageSpeed con altre modalità. I consigli sono rivolti soprattutto verso tutti quei tool che includono PageSpeed (anche a livello di moduli server side) e che possono pertanto offrire il medesimo risultato senza passare necessariamente per un dialogo diretto con i server di Mountain View.
Il paradigma della velocità non scompare, anzi. Google semplicemente fa venir meno il proprio supporto proattivo che aveva fatto da volano alla campagna di sensibilizzazione portata avanti. Il servizio PageSpeed chiuderà i battenti a poco più di 4 anni dall’esordio (quando prometteva performance migliorate del 25/60%).