Automobili in grado di guidare da sole, dispositivi indossabili, oltre 100 miliardi di ricerche online ogni mese e un sistema operativo equipaggiato su più di un miliardo di dispositivi non bastano a Larry Page. Il CEO e co-fondatore del gruppo di Mountain View ha pubblicato una lettera aperta destinata agli investitori, condividendo la sua visione del futuro e i prossimi step che la società è chiamata a compiere, per semplificare ulteriormente l’accesso alle informazioni e rendere la tecnologia più utile per le persone.
Il motore di ricerca ideale è quello in grado di fornire la giusta informazione al momento giusto, quando necessario e senza alcuno sforzo. È ancora lontano un milione di miglia.
È questo l’ambizioso obiettivo di Page per il futuro di Google. La strada intrapresa sembra essere quella giusta, come dimostra ad esempio la tecnologia messa a disposizione degli utenti dall’assistente virtuale Google Now, equipaggiato su smartphone, tablet e da qualche mese anche nel browser Chrome.
Anche l’integrazione con il social network Google+ è importante in quest’ottica, in quanto consente di fornire informazioni precise e personalizzate, in base ai consigli e ai pareri delle persone inserite nelle proprie cerchie, delle quali ci si fida. Nella lettera sono contenuti riferimenti anche all’importanza del design (a proposito, il restyling di Gmail potrebbe arrivare il mese prossimo in occasione dell’evento I/O 2014) e allo sforzo per combattere la piaga del digital divide. Il pensiero corre dunque al Project Loon annunciato lo scorso anno, che proprio di recente ha fatto segnare un importante passo in avanti, grazie alle partnership con gli operatori mobile che permetteranno di portare l’accesso al Web ovunque, sfruttando una rete di palloni aerostatici.
Tornando al motore di ricerca, bigG ha intenzione di rendere il processo di inserimento delle keyword meno macchinoso e più colloquiale, facilitando così l’utilizzo dello strumento anche a chi ha poca dimestichezza con i concetti di query e sintassi.
La comprensione del contesto aiuterà a rendere la ricerca più naturale e non una serie di parole scritte artificiosamente in un computer. Ci stiamo avvicinando: provate a chiedere quanto è alta la Torre Eiffel e poi quando lei (“it” in inglese) è stata costruita. Interpretando il significato di “it” in contesti differenti, è possibile far sì che la ricerca diventi come una conversazione.