L’hanno già ribattezzata «la vittoria di Daniel contro Googlia», la disfatta che Mountain View ha subito nella causa contro Daniel Giersch, il trentatreenne proprietario del marchio G-Mail (registrato dal 2000 in diversi paesi del centro-europa) che ha chiesto e ottenuto che il servizio di posta di Google (attivo dal 2004) non potesse più utilizzare quel nome in Germania e in altri stati europei.
La lunga battaglia legale che da subito aveva dato segni positivi nei confronti della parte più debole, si è conclusa con un verdetto secco e deciso che non consente alla società americana di ricorrere in alcun appello per diretta decisione della corte. Dopo tre lunghi anni, dunque, ora Google ha definitivamente perso e la sconfitta tedesca rischia di avere gravi ripercussioni sulle cause simili che Google sta combattendo contro Giersch anche in altre giurisdizioni come Spagna, Portogallo e Svizzera. Cause che Google ha dichiarato di voler continuare a combattere almeno fino a che non sarà definitivamente dismessa quella principale.
Esclusa a priori qualsiasi ipotesi di trattativa: «ho chiarito da subito che non avrei mai venduto il nome, la mia unica intenzione è realizzare la mia idea di un sistema di mail ibrido. Nè io nè G-Mail siamo in vendita» ha dichiarato Giersch mostrando una grande determinazione. Se dunque lo scopo del vincitore della causa è lo sviluppo di un sistema di mail innovativo la vittoria contro il gigante dei giganti di internet gli regalerà un ingente quantitativo di pubblicità inaspettata.
Stando a quanto dichiarato infatti il servizio che dovrebbe portare il nome della discordia si propone di essere un nuovo standard di comunicazione in rete, nelle parole dell’autore «un ingegnoso sistema di mail ibrido, un misto di soluzioni comunicative innovative e altre ben rodate».