Per Google la notte della trimestrale rivela un ulteriore dettaglio importante proveniente dalla giurisprudenza tedesca: il brand Gmail in Germania è potenzialmente perduto. Il legittimo titolare del marchio, infatti, sarebbe riuscito nell’impresa di far valere i propri diritti in tribunale ed ora G-mail sarà il vero riferimento del brand nel centro Europa (con la causa che potrebbe estendersi infatti anche al di fuori del solo paese tedesco).
Perduto il nome in Inghilterra, ora il nome è perduto anche in Germania (salvo possibile ulteriore ricorso): il marchio Gmail rischia pesantemente di trovarsi svuotato in Europa di una sua unità globale e “Google Mail” potrebbe essere pronto a scaldarsi in panchina per subentrare presto. La notizia è confermata direttamente da Daniel Giersch, 32enne tedesco autore della causa contro Google, colui al quale i diritti sul nome Gmail sono stati riconosciuti (l’azienda si occupa peraltro di trasmissioni postali, rendendo dunque le due attività in competizione per il nome estremamente confondibili). Giersch spiega che negli anni ha dovuto spiegare ad innumerevoli clienti il fatto che i due brand sono completamente diversi e distaccati, il che ha comportato un grave dispendio ed una certa confusione poco proficua.
Giersch esce dalla causa con atteggiamento molto critico nei confronti di Google: i 250.000 dollari offerti per porre fine al contenzioso non sono stati a suo tempo accettati e di lì in poi l’atteggiamento del gruppo di Mountain View è stato definito «aggressivo», «sleale», «minaccioso» e, soprattutto, «evil» (“diabolico”, in contrasto con il “don’t be evil” che rappresenta la summa della filosofia dichiarata del motore di ricerca).
La notte della trimestrale si arricchisce dunque di un problema aggiuntivo ed il mercato after-hour risente pesantemente della cosa con una flessione che supera l’1% fin da subito (le quotazioni after-hour rappresentano spesso in tono moderato quella che potrebbe essere l’apertura della seduta successiva). In giornata il titolo aveva chiuso in rialzo dell’1.45% a quota 501.50 dollari.