Si fanno sempre più convincenti le voci di chi prevede la nascita di un browser firmato Google. Alcune nuove assunzioni in posizioni strategiche hanno ridato fiato a chi, anche da lungo tempo, vede naturale un evolversi dei servizi del motore di ricerca verso la naviazione in rete.
Partendo da Sun, il primo trasferimento eccellente alla corte di Larry Page e Sergey Brin è quello di Joshua Bloch, tra i massimi sviluppatori di Java, assunto lo scorso luglio.
Ancor più significativo e massiccio è inoltre il trasferimento in blocco di 4 ex-dipendenti Microsoft. Tra di essi spiccano Adam Bosworth, nome che figura nei gruppi responsabili sia di Explorer che di Access, e Joe Beda, accreditato di una posizione di rilievo nel progetto Avalon (la prossima strategica interfaccia di Longhorn) e aggregato a Google già dallo scorso marzo.
Tra i possibili progetti in cantiere v’è inoltre la possibilità di un Instant Messenger. L’opzione relativa al browser sembra tuttavia più accreditata, ed il recente Mozilla Developer Day ospitato proprio da Google sembra esserne ulteriore riprova.
Ma c’è anche chi si spinge oltre. Google potrebbe concretizzare la vecchia utopia del “network computer”: ogni utente avrebbe un piccolo computer dotato di poco software e piccolo hard disk, dal costo contenuto, e tramite un browser si potrebbe accedere a vari servizi messi a disposizione dalla Rete: ricerca di risorse (Google), posta elettronica (GMail), eccetera. Ma, vista l’assenza di ulteriori controprove, stando allo stato attuale dei fatti, a questo punto è nuovamente valicato il confine tra fattibilità e utopia.