I dati contenuti nel nuovo Rapporto sulla Trasparenza di Google fotografano un netto incremento nel numero di richieste ricevute da bigG per quanto riguarda la rimozione dal motore di ricerca di link verso contenuti protetti da copyright diffusi in Rete senza autorizzazione: +100% rispetto allo scorso anno, per un volume di notifiche che sale a circa 1.500 ogni minuto. Sono in totale oltre due milioni ogni giorno, mentre nel 2011 erano solo qualche centinaio.
Di recente il gruppo di Mountain View ha ricevuto richieste di “takedown” da 5.492 realtà differenti (tra le più attive figurano British Recorded Music Industry, Motion Picture Association of America e Recording Industry Association of America), ognuna dei quali reclama i propri diritti sui contenuti interessati, facendo riferimento ogni mese ad oltre 65 milioni di link (65.122.023 per l’esattezza) ospitati da 72.207 domini differenti.
Il motore di ricerca è già intervenuto in passato sulla questione, penalizzando i siti che ospitano direttamente il materiale piratato o che lo linkano facilitandone così il download da parte degli utenti. Per capire quanto il trend sia in crescita è sufficiente dare uno sguardo al grafico riportato di seguito.
Google riceve regolarmente da titolari del copyright e organizzazioni di reporting che li rappresentano richieste di rimozione di risultati di ricerca che rimandano a materiali in presunta violazione dei copyright. In ogni richiesta sono riportati gli URL specifici da rimuovere ed elenchiamo le parti del dominio degli URL di cui viene richiesta la rimozione sotto domini specifici.
Il braccio di ferro tra chi legittimamente detiene il diritto d’autore e coloro i quali diffondono in maniera non autorizzata film, musica, software e altri contenuti in Rete sembra destinato a continuare ancora per lungo tempo. Nel mezzo, tra l’incudine e il martello, c’è Google, con il suo ruolo di indicizzazione dei link sul motore di ricerca.