I principali produttori di smartphone hanno eliminato le cornici per incrementare il cosiddetto screen-to-body ratio. Google ha invece scelto un design tradizionale per i nuovi Pixel 4 perché nella cornice superiore sono stati inseriti i sensori per il riconoscimento facciale e il sensore radar Soli per la funzionalità Motion Sense.
Lo sviluppo della tecnologia è iniziata nel 2015 con un prototipo piuttosto ingombrante che Google ha mostrato durante l’evento di ieri. Nel corso degli anni successivi il chip è stato miniaturizzato fino alle dimensioni attuali (pochi millimetri), senza perdere la capacità di rilevare la presenza del volto o della mano. Soli invia un segnale radio a corto raggio nella banda di frequenza 57-64 GHz. Le onde elettromagnetiche rimbalzano contro l’oggetto e tornano indietro, quindi il sensore attiva il Face Unlock e accende lo schermo. In teoria sarebbe possibile rilevare una persona dietro un muro a sette metri di distanza, ma ciò richiederebbe una maggiore potenza (e maggiori consumi).
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La tecnologia è più veloce e affidabile di un sensore ToF (Time-of-Flight), in quanto non dipende dalle condizioni di illuminazione e l’utente non deve posizionarsi frontalmente allo smartphone. Gli algoritmi sviluppati da Google permettono di individuare le variazioni che il segnale radio subisce dopo aver colpito l’oggetto. È possibile quindi riconoscere i movimenti della mano che Google chiama Quick Gestures (Gesti rapidi).
L’utente può passare al brano successivo o tornare a quello precedente, posticipare la sveglia e silenziare le chiamate. Altre gesture potrebbero essere aggiunte in futuro, come quelle che simulano la pressione di un pulsante o l’aumento/diminuzione del volume audio. Motion Sense può essere attivato/disattivato nelle impostazioni. La sua attivazione viene segnalata con una luce azzurra nella parte superiore dello schermo. Qualcuno già ipotizza che la tecnologia di Google rappresenterà la fine del touchscreen.