Quando si scarica un’applicazione gratuita sul proprio smartphone e tablet, non sempre si è certi del modo scelto dallo sviluppatore per finanziarsi. Talvolta ci si trova di fronte a servizi che richiedono la sottoscrizione di un account a pagamento, qualcuno opta per la formula degli acquisti in-app, altri ancora scelgono la visualizzazione di inserzioni e banner per monetizzare il proprio impegno. Raramente il software è concesso gratuitamente senza una di queste tre modalità.
In futuro la piattaforma Google Play aiuterà gli utenti a capire prima del download se l’applicazione contiene annunci pubblicitari. È quanto si legge nelle nuove linee guida imposte da Google alla community di developer. Il gruppo di Mountain View fornisce alcuni esempi: banner e interstitial (con SDK Ad integrato), annunci nativi (indistinguibili dagli altri contenuti come gli articoli sponsorizzati) e annunci autopromozionali (per le altre app dello sviluppatore). L’azienda californiana dichiara inoltre che saranno condotti controlli a campione per verificare la correttezza di quanto dichiarato dagli sviluppatori.
Devi dichiarare se la tua app contiene o meno annunci (ad esempio annunci pubblicati tramite reti pubblicitarie di terze parti, annunci display, annunci nativi e/o annunci banner) nella relativa pagina “Prezzi e distribuzione”. Una volta che la funzione viene introdotta a livello globale, nella pagina della scheda dello store delle app contenenti annunci verrà mostrata un’etichetta “Annunci”.
Google ci tiene a precisare che l’etichetta “Annunci” in arrivo su Play Store nel gennaio 2016, non servirà in alcun modo a indicare la presenza di contenuti commerciali all’interno delle applicazioni.
L’etichetta “Annunci” non viene utilizzata per indicare se un’app contiene altri tipi di contenuti commerciali, ad esempio posizionamenti di prodotti a pagamento oppure offerte per effettuare acquisti in-app o eseguire upgrade. Se la tua app include posizionamenti di prodotti a pagamento, assicurati che i posizionamenti siano conformi alle leggi locali.