Chris Messina, classe 1981, è uno dei nomi più importanti dell’universo social. Sebbene non sia tra quelli maggiormente noti, ha contribuito all’introduzione dell’hashtag su Twitter e ha lavorato per lungo tempo sul progetto Google+. Sua l’idea, ad esempio, di integrare un sistema per la creazione e la gestione dei sondaggi sulla piattaforma di Mountain View. Nell’agosto 2013 ha però interrotto la sua collaborazione con bigG.
È stato lui, nel fine settimana, a pubblicare un intervento nel quale cerca di spiegare le ragioni che ancora oggi non permettono a G+ di combattere ad armi pari con rivali come Facebook o Twitter. Il problema principale è dovuto al fatto che, secondo Messina, il social network del motore di ricerca non è ancora stato in grado di forgiare una propria identità ben definita, come ad esempio ha fatto LinkedIn scegliendo nell’ambito professionale il proprio target.
Analizzando la questione da un punto di vista lungimirante si capisce perché questo momento è di particolare importanza. Le aziende e le app che oggi fortificano la loro posizione nelle nostre vite saranno presenti anche in futuro. Google è una di quelle realtà che già lo hanno fatto. Penso che Facebook farà altrettanto. Dunque, il problema fondamentale di Google+ è che non riesco a capirlo. Ciò che non capisco mi rende nervoso e dovrebbe fare altrettanto con voi.
Come visibile dal grafico allegato, anche il supporto da parte degli sviluppatori non è incoraggiante. A difesa del progetto Messina riconosce però alcuni punti di forza: la gestione dei contenuti multimediali ad esempio, un aspetto sul quale bigG ha investito molto, introducendo strumenti avanzati per l’editing delle immagini o il backup automatico dell’archivio fotografico da smartphone e tablet. Anche l’integrazione con le videochiamate di Hangouts rappresenta sicuramente un punto a favore di G+, che però per poter diventare un concorrente diretto di Facebook ha bisogno di cambiare marcia.