Google+, effetto apertura: 43,4 milioni di utenti

Il social di Google ora ha 43 milioni di utenti, il 30% dei quali guadagnati da quando si è affossato il sistema ad inviti e si sono aperte le iscrizioni.
Google+, effetto apertura: 43,4 milioni di utenti
Il social di Google ora ha 43 milioni di utenti, il 30% dei quali guadagnati da quando si è affossato il sistema ad inviti e si sono aperte le iscrizioni.

Google+ è letteralmente esploso da quando sono state aperte le iscrizioni, come una folla di shoppers davanti alle vetrine il primo giorno di saldi. Questa la valutazione di Paul Allen, cofondatore di Ancestry.com e statistico non ufficiale  (ma molto ascoltato) del network di Mountain View, che dal suo profilo afferma di aver stimato in 43,4 milioni di utenti il popolo del social di Big G. La stima è basata su un metodo di conteggio che prende in considerazione le ricorrenze dei cognomi, che si presuppone proporzionali a quanto lo sono nella società.

La crescita di Google+ è passata attraverso diversi momenti, soggetti a diversi fattori. La caccia parossistica agli inviti portò nelle prime due settimane di luglio alla crescita da uno e dieci milioni di utenti. Nei primi di settembre gli utenti erano 28,7 milioni e venerdì scorso, 23 settembre, all’indomani della iscrizione libera, erano 37,8 milioni. Il fattore novità stava dunque rallentando, quando Google ha spalancato i cancelli. Il risultato è facile da calcolare: il 30% degli attuali iscritti è stato raccolto in due soli giorni. Il fattore libertà è quindi enormemente superiore alle strategie di ingresso ideate in questi mesi.

Quasi a difendere l’incredibile lentezza di Mountain View nel prendere questo tipo di decisioni, Allen ha ribadito la filosofia di Google:

Google è una società che ha avuto la disciplina durata più di dieci anni di utilizzare una semplice e minimalista home page con un box di ricerca lungo per incoraggiare richieste complesse. Le modifiche ai collegamenti sono state sono molto rare. La popolarità della sua home page non l’ha portata a trasformarsi in un portale, con centinaia di link e annunci. Considerata questa disciplina, credo che le decine di milioni di persone che si iscriveranno troveranno sempre cambiamenti molto accuratamente testati, e non stridenti come quelli di altri social network. Google non ha fretta di cambiare il mondo: lo fa in modo regolare.

Tutte le testate e i blog più rinomati e attenti a questi particolari, come Mashable, All Things Digital o Search Engine Watch, hanno ripreso i dati di Allen, ma sono tutti concordi sul fatto che per ogni valutazione nel merito sia meglio aspettare. La prima settimana dell’era aperta potrebbe già dare indicazioni più precise sulla bontà di questa politica, e magari dare un giudizio definitivo su quella precedente.

Non solo. C’è molta curiosità di vedere come gli utenti si adatteranno alle tante novità di Facebook, ed eventualmente quanti decideranno di abbandonare e optare per la creatura di Google. Tuttavia, la grossa novità di Open Graph fa propendere perché per il momento i rapporti di forza restino pressoché immutati: la Timeline ha un suo fascino che ancora deve riversare i propri effetti sulla community da 800 milioni di utenti che Google vorrebbe intaccare.

 

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