L’infrastruttura che anima il motore di ricerca più famoso al mondo è in continua evoluzione, con l’obiettivo di rendere le ricerche sempre più semplici, veloci ed efficaci. Una delle strade maggiormente battute da Google è quella che conduce nella direzione di una maggiore capacità da parte dei sistemi di ricerca di riconoscere informazioni a partire da contenuti digitali: in tale contesto, l’acquisizione di DNNResearch rappresenta soltanto l’ultimo ma forse uno dei più importanti tasselli del mosaico di Mountain View.
DNNResearch è una giovane startup fondata da Geoffrey Hinton, professore presso l’Università di Toronto, in collaborazione con due studenti. Essa si è occupata fino ad oggi di sviluppare nuove soluzioni per l’interpretazione di immagini e suoni: con tale acquisizione, insomma, Google mette le mani su uno dei nomi più promettenti nel panorama dell’intelligenza artificiale applicata al mondo digitale online, inglobando non solo le risorse tecniche a disposizione del gruppo ma anche le menti più brillanti.
Buona parte del team entrerà a far parte dei ranghi del colosso delle ricerche, chi a tempo pieno, chi invece dividendosi tra Google e le ricerche in ambito universitario. In tal modo Google spera quindi di creare una nuova sinergia dalla collaborazione con l’Università di Toronto, traendo importanti giovamenti dagli sviluppi ottenuti dai ricercatori. Fine ultimo del gigante californiano è quello di rendere il proprio motore di ricerca sempre più intelligente ed autonomo, permettendogli di apprendere informazioni sui contenuti indicizzati per portare la ricerca nel Web ad un nuovo livello.
Alla base delle attività svolte da DNNResearch vi sono le reti neurali, strumento indispensabile per lo sviluppo di algoritmi per il machine learning. Grazie ad esse i motori di ricerca potrebbero dunque in futuro divenire sempre più intelligenti, interpretando in maniera opportuna l’enorme quantità di dati a disposizione della società di Mountain View. In un tale contesto, il concetto di Web semantico potrebbe finalmente trovare quel terreno fertile tanto ricercato fino ad oggi per affondarvi le proprie radici e proporsi come paradigma di ricerca del domani.
Da semplici sequenze di bit compresse secondo particolari algoritmi che consentono di dar loro un significato intuibile principalmente dall’uomo, insomma, le informazioni a disposizione dei motori di ricerca potrebbero essere riconosciute rapidamente ed autonomamente anche da questi ultimi. Una semplice immagine potrebbe racchiudere in sé dettagli che un algoritmo in futuro potrebbe quindi essere in grado di cogliere, rivoluzionando il modo con il quale gli utenti si confrontano quotidianamente con le ricerche.