Una parola veloce, un verbo di movimento, una abbreviazione significativa: “Go” è il miglior nome che Google potesse pensare per il proprio nuovo linguaggio di programmazione con il quale il gruppo conta di cambiare il modo di approcciare la programmazione da parte degli sviluppatori.
“Go” sarà un linguaggio di programmazione open source che Google va ad introdurre così: «Qui in Google crediamo che la programmazione debba essere veloce, produttiva e, soprattutto, divertente. È questo il motivo per cui siamo lieti di aprire a tutti un nuovo linguaggio sperimentale chiamato “Go”. Go combina la velocità di lavorazione di un linguaggio dinamico come Python con le performance e la sicurezza di un linguaggio compilato come C o C++. Go ti farà andare più veloce».
Velocità come garanzia di efficienza: Google punta su Go per portare avanti un nuovo modo di intendere il rapporto con la programmazione, aprendo il tutto in logica open source (Go è rilasciato sotto licenza BSD)e cercando ora negli sviluppatori un ruolo di comprimario con cui far crescere il nuovo linguaggio: «Volete scrivere un server per migliaia di thread di comunicazione? Volete perdere meno tempo nel leggere migliaia di blog mentre aspettate? Volete subito un prototipo della vostra ultima idea? Go è la via da seguire!».
CNet, per avvalorare la bontà del progetto nato da una delle idee che Google affida al “20%” di tempo libero lasciato agli sviluppatori, sottolinea l’importante pedigree del “Go Team”. Nel gruppo si annoverano infatti nomi quali Ken Thompson (co-creatore di Unix), Rob Pike (assieme a Thompson dietro la creazione della codifica UTF-8) e Robert Griesemer (già al lavoro sul motore JavaScript di Google Chrome).
Il sito ufficiale mette a disposizione le prime indicazioni di massima, nonché tutorial (con tanto di slide derivanti da una tre giorni di corso: PDF 1, PDF 2, PDF 3), librerie e tutto quanto necessario per ambiente di compilazione, repository ed altro ancora. Nelle FAQ si fa riferimento ridondante alla velocità di compilazione, rendendo l’argomento il nocciolo centrale dell’idea “Go”. Con una nota di colore relativa all’origine del nome: «”Ogle” potrebbe essere un buon nome per un Go debugger».