Google sta per dimostrare una volta di più il proprio impegno nello sviluppo di soluzioni e tecnologie legate all’ambito dell’intelligenza artificiale. L’azienda di Mountain View, infatti, ha siglato una partnership con un team della University of California Santa Barbara guidato dal fisico John Martinis, che (si spera) porterà alla realizzazione di processori quantistici.
Il team di ricercatori ha ottenuto di recente un importante riconoscimento, il London Prize, proprio per i passi in avanti effettuati nel campo dell’elaborazione quantistica delle informazioni. Mentre i computer tradizionali analizzano e trattano i dati in codice binario, ovvero sotto forma di una lunga serie composta esclusivamente da “0” e “1”, i computer quantistici lavorano con le particelle subatomiche. C’è chi sostiene che l’utilizzo dei qubit (termine coniato da Benjamin Schumacher per indicare il bit quantistico) possa espandere notevolmente la velocità d’elaborazione e la potenza di calcolo nel mondo del computing, spalancando così le porte all’avvento di tecnologie di IA molto avanzate.
La nuova partnership si concretizzerà all’interno del Quantum Artificial Intelligence Lab, un gruppo fondato dalla stessa Google in collaborazione con il NASA Ames Research Center e USRA (Universities Space Research Association). Ecco le parole dell’ingegnere Hartmut Neven, pubblicate all’interno di un post comparso poco fa sulle pagine del blog ufficiale di bigG.
Con l’aiuto di un team esperto di hardware il personale del Quantum AI Lab è ora in grado di implementare e testare nuovi concept relativi a processori quantistici e inferenza logica, basati sulle più recenti teorie e su ciò che abbiamo appreso dall’architettura D-Wave.
D-Wave, per chi non ne fosse a conoscenza, è un computer quantistico a 512 qubit creato e prodotto dall’omonima azienda canadese. Google e dalla NASA ne hanno acquistato uno per circa 10 milioni di dollari. Il progetto potrebbe in qualche modo avere a che fare con la mossa che, nel mese di gennaio, ha portato il motore di ricerca a mettere le mani su Deepmind (per la cifra presunta di 400 milioni di dollari), realtà operante proprio nell’ambito dell’intelligenza artificiale.