Google ha introdotto una nuova funzione all’interno del proprio motore di ricerca permettendo alle informazioni raccolte da Google Profile di trovare maggior rilevanza all’interno delle SERP. L’intento palesato è quello di migliorare la ricerca delle persone, cercando identità e contatti invece di semplici informazioni; dietro v’è tutto quel che può essere l’indotto generato per l’ecosistema Google, che potrebbe con questa manovra spingere l’utenza a perfezionare il proprio profilo consegnando nuove preziose informazioni ai server di Mountain View.
Nel momento in cui si cerca un nome online la cosa più ovvia è l’imbattere in informazioni relative all’utente con quel nome avente la maggior presenza online. Più si producono contenuti, insomma, e maggiore è la propria esposizione. Nei moltissimi casi di omonimia esistenti, però, la cosa manifesta evidenti problematiche poichè talune identità vengono offuscate dall’ingombrante presenza di omonimi. L’intento è quello di offrire un livello ulteriore di ricerca, mettendo a disposizione un box apposito per le identità trovate così che si possano avere le prime informazioni utili per cercare chi di interesse, i suoi siti, le sue immagini, i suoi contatti e quant’altro.
Ogni singola persona avrà la possibilità di personalizzare la propria presenza all’interno del box completando semplicemente l’apposita modulistica online di Google Profile: nel momento in cui si permette al motore di utilizzare il nome per esteso, il nome stesso verrà indicizzato e messo a disposizione. Da quel momento in poi cercando “Tizio Caio” si imbatterà nei vari “Tizio Caio” esistenti e la singola persona cercata sarà il Tizio Caio che risponderà alle informazioni che già possediamo sulla persona stessa.
L’analisi di Greg Sterling per USA Today vuole però evidenziare anche l’altro lato della medaglia: Google Profile, offrendo questa opportunità agli utenti, suggerisce loro di approfondire il proprio rapporto con Google e con i servizi relativi, così che nel tempo vengano portate nuove immagini su Picasa, venga utilizzato Google Checkout, si posizioni la propria residenza su Google Maps o si costruisca un blog su Blogger. In ognuno di questi casi Google ne avrebbe un riscontro diretto a livello di vendite o di pubblicità.
Non solo: la manovra può sembrare anche un attacco diretto a rivali quali Twitter o Facebook, le cui pagine personali sono in ottima posizione nel ranking del motore sostituendosi a Google nell’identificazione personale degli utenti. Nessuna spallata alla concorrenza, però: il box di approfondimento sulla query propone anche link a MySpace, Facebook, Classmates e Linkedin permettendo una ricerca automatica ed immediata su tali servizi per cercare anche altrove l’abbinata nome/cognome desiderata.