Investito da un fiume di polemica che è esploso a poche ore dall’annuncio del nuovo servizio GMail, il gruppo Google ha dapprima evitato i commenti per lasciar depositare il primo polverone di accuse, per iniziare ora un timido approccio al dibattito. A prendere parola è il portavoce ufficiale del gruppo David Krane.
«Siamo sicuri che GMail ottempera completamente alle leggi di tutela della privacy a livello internazionale» sottolinea Krane, il quale spiega poi che Google ha intenzione di ascoltare tutte le voci giunte dalle varie autorità sollevatesi contro il servizio (comprendendo non indirettamente i 28 gruppi firmatari della lettera di protesta) al fine di meglio programmare un progetto a tuttora comunque in semplice fase di test.
L’appiglio di Google è sull’estrema chiarezza della policy attuata: ogni utente iscritto è a conoscenza dei propri diritti e dei diritti di Google, dunque nulla è stato fatto alle spalle ed in minaccia della privacy degli utenti.
Google, comunque, predica pazienza. Pur confermando la convinzione circa la bontà del progetto, non si nega la possibilità di cambiare in qualche modo rotta. La precisazione giunge in seguito alla ferma iniziativa della senatrice californiana Liz Figueroa e va vista sotto un duplice approccio: innanzitutto come un modo per prendere tempo in vista di possibili cambiamenti della strategia intrapresa, infine come un tentativo di riallacciare quell’idilliaco rapporto finora tessuto tra Google e l’utenza del Web.