L’interessamento di Google nei confronti del settore automobilistico non è cosa nuova. Già lo scorso anno si è parlato della Self-Driving Car, la quattro ruote in grado di guidare in modo del tutto autonomo, senza l’intervento umano. I progetti di bigG in questo ambito non si fermano però a questo e porteranno sul mercato parecchie novità nel prossimo periodo. È la previsione di Henry Bzeih, a capo della divisione Infotainment and Telematics di Kia Motors America, intervenuto in occasione dell’evento Consumer Telematics Show di Las Vegas.
All’inizio di gennaio è stata ufficializzata una partnership tra il motore di ricerca e il produttore coreano, finalizzata a portare i servizi Google Maps e Places sulle auto equipaggiate con il sistema UVO, a partire dal 2014. Bzeih guarda ancora più in là, pronosticando l’avvento di funzionalità come la “in-car mode” sugli smartphone: una sorta di modalità aereo, ma con impostazioni per consentire al dispositivo di interagire con l’automobile, scambiando informazioni riguardanti il percorso da seguire, la riproduzione dei contenuti multimediali, applicazioni di realtà aumentata e altro ancora.
Android giocherà un ruolo importante in questo scenario, ma l’intenzione di Kia è quella di non limitarsi al supporto di un solo sistema operativo mobile: il tutto sarà compatibile anche con iOS, oltre che con la piattaforma Windows Phone (la prima versione di UVO è stata progettata proprio insieme a Microsoft).
Un altro marchio come Hyundai ha scelto di puntare sui servizi di bigG per i suoi nuovi modelli, confermando le potenzialità offerte da soluzioni come Google Maps per chi si trova alla guida. L’integrazione delle feature già viste in ambito smartphone sulle quattro ruote è dunque ormai solo una questione di tempo. Si immagini ad esempio di poter chiedere alla propria auto di mostrare la strada migliore per giungere a destinazione, evitando il traffico e accompagnando il tragitto con l’ascolto della musica contenuta nel proprio telefono. Il tutto senza togliere le mani dal volante attraverso comandi vocali, proprio come accade con gli assistenti Siri o Google Now.