L’articolo pubblicato nei giorni scorsi dal Wall Street Journal e relativo a potenziali rischi per la privacy degli utenti Gmail (legati alla consultazione delle caselle da parte di realtà di terze parti) non è passato inosservato in quel di Mountain View. Google ha deciso di intervenire sulla questione attraverso un post pubblicato sulle pagine del blog ufficiale con l’obiettivo di fare chiarezza.
In realtà bigG non scende nel dettaglio per spiegare la portata della pratica né per illustrare le esatte modalità con le quali viene attuata. Ribadisce però la possibilità offerta all’utenza di esercitare il pieno controllo sulle applicazioni che hanno accesso alla propria casella, attraverso strumenti come il Security Checkup dove eventualmente revocare i permessi se lo si ritiene necessario.
Google sottolinea inoltre come gli sviluppatori che desiderano avere accesso ai contenuti di Gmail devono prima superare un severo processo di verifica che si fonda su due principi fondamentali: le app devono identificarsi in modo chiaro spiegando agli utenti come intendono utilizzare i dati e ottenere esclusivamente le informazioni necessarie all’erogazione di uno specifico servizio o funzionalità. Inoltre, ogniqualvolta un’applicazione chiede l’accesso al profilo dell’utente, Gmail mostra un messaggio con la richiesta dell’autorizzazione.
Per gli amministratori della G Suite che operano in ambito professionale ci sono poi tool aggiuntivi al fine di controllare quali applicazioni abilitare o disabilitare agli utenti. In chiusura del post un passaggio che ben riassume la posizione di bigG, riportato di seguito in forma tradotta: c’è ancora del lavoro da fare, ma l’impegno e la volontà di certo non mancano.
Il lavoro su privacy e sicurezza non può mai essere considerato concluso e siamo sempre alla ricerca di nuovi modi per proteggere al meglio i nostri utenti.