L’ultima idea di Google non è devastante come Google Earth, non ha richiesto lunghi tempi di sviluppo come Android nè è qualcosa che verrà molto pubblicizzato. È invece una piccolissima aggiunta a Google Reader, il lettore di feed di Mountain View, che traduce automaticamente i testi in altre lingue: una cosa che può autenticamente cambiare il bacino di lettura nel mondo della blogosfera e non solo.
Nelle opzioni dei feed di Google è comparsa la funzione “Translate into my language”, un’estensione di Google Translate, altro servizio già esistente della grande G che consente la traduzione di parole o intere pagine. Fino a ieri occorreva però andare sul sito di Google Translate e immettere l’URL di una pagina o la stringa di testo desiderata, poi scegliere da che lingua a che lingua operare la traduzione e inviare la richiesta. Adesso GReader fa tutto da solo, in automatico.
Google Reader è solo uno dei moltissimi feed reader esistenti, non è nemmeno uno dei più usati nè tantomeno in grado di piazzarsi ai vertici nella classifica dei servizi offerti da Google. Inoltre la quantità dei navigatori che leggono i feed invece che fruire della rete in modo tradizionale è molto ridotta. Tuttavia la possibilità di poter ricevere in maniera così invisibile e ben tradotta qualsiasi notizia, qualsiasi post e qualsiasi articolo da ogni lingua potrebbe cambiare il modo stesso in cui parte dell’utenza interagisce con il Web.
È l’invisibilità del servizio il segreto stesso della sua capacità rivoluzionaria. Sebbene i numeri siano destinati a rimanere sostanzialmente limitati nell’alveo del bacino oggi raggiunto dal reader di Mountain View, tuttavia si tratterà con tutta probabilità di una minoranza “valevole” cioè in grado ora di leggere, selezionare e dare risonanza anche a notizie di altri paesi, in attesa che l’idea sia sviluppata ed estesa anche ad altre forme di navigazione.
A conferma di quanto molte delle grandi svolte di Google siano dovute alla sua particolare organizzazione, anche la nuova aggiunta a Google Reader è stata sviluppata nel famoso 20% di tempo libero che Google lascia ai suoi impiegati per lavorare a propri progetti e alle proprie idee in totale autonomia.