Eric Schmidt (chairman Google) ed Eben Upton (fondatore della Raspberry Pi Foundation) hanno consegnato oggi le prime unità di Raspberry Pi agli studenti britannici dell’istituto Chesterton Community College di Cambridge. Il motore di ricerca ha infatti messo a disposizione della fondazione il denaro necessario per donare 15.000 single-board computer ai ragazzi di tutto il Regno Unito. Al progetto partecipano anche CoderDojo, Code Club, Computing at Schools, Generating Genius, Teach First e OCR, che aiuteranno a scovare i talenti della programmazione nascosti tra i banchi di scuola.
L’obiettivo è quello di mettere a disposizione agli sviluppatori del futuro delle piattaforme sulle quali sperimentare. La scelta del territorio non è causale: nelle università britanniche il numero di giovani che scelgono un indirizzo informatico è calato del 25% circa nell’ultimo decennio. Una tendenza in netta contrapposizione con la sempre più capillare diffusione di dispositivi e gadget tecnologici nelle mani degli studenti, spiegata da Upton con le difficoltà incontrate da chi approccia l’ambito dello sviluppo e la creazione di app o contenuti per i device attualmente in commercio.
Sempre meno giovani scelgono facoltà informatiche, il che può sembrare paradossale se si pensa al numero dei prodotti di nuova generazione utilizzati. In generale, però, più un dispositivo è sofisticato e maggiore è la difficoltà nel programmare. Non c’è una perdita di interesse nei confronti della tecnologia, ma una distinzione sempre più netta tra l’essere utente e diventare un produttore di contenuti.
Dal lancio datato marzo 2012 sono state vendute oltre un milione di unità del Raspberry Pi in tutto il mondo. Alla base del successo ci sono la versatilità della piattaforma e un prezzo accessibile (circa 22 euro per la versione da 256 MB). Nel mese di dicembre il team responsabile del progetto ha lanciato Pi Store, un negozio virtuale dove trovare giochi, applicazioni e tutorial per sfruttare al meglio l’hardware.