La posizione assunta da Google per rispondere allo statement of objection annunciato oggi dalla Commissione Europea in merito all’indagine riguardante Android è chiara: la piattaforma ha contribuito alla creazione di un ecosistema sostenibile, promuovendo lo sviluppo di soluzioni open source e favorendo l’innovazione. Il gruppo di Mountain View esplicita inoltre la propria disponibilità a collaborare con Bruxelles.
Android ha contribuito allo sviluppo di un ecosistema rilevante (e, ancora più importante, sostenibile) basato su un software open source e sull’innovazione aperta. Saremo felici di lavorare con la Commissione Europea per dimostrare che Android è un bene per la concorrenza ed è un bene per i consumatori.
La replica di Google
La replica dettagliata e approfondita del gruppo è affidata ad un post sul blog ufficiale, firmato da Kent Walker, Senior Vice President & General Counsel. L’intervento focalizza l’attenzione anzitutto sulla natura aperta e gratuita del sistema operativo, supportata da un gran numero di partner hardware fin dal lancio datato 2007. In quasi un decennio Android ha offerto a centinaia di aziende la possibilità di produrre smartphone, tablet e altre tipologie di device, arrivando a soddisfare pressoché qualsiasi esigenza e ogni budget, sia in ambito consumer che professionale.
La Commissione Europea ha iniziato a investigare il nostro approccio e oggi ha emesso una comunicazione degli addebiti (statement of objections), sollevando dubbi sul suo impatto sulla concorrenza. Prendiamo seriamente queste preoccupazioni, tuttavia crediamo che il nostro modello di business permetta ai produttori di mantenere costi bassi e una elevata flessibilità, consentendo ai consumatori di avere un controllo senza precedenti sui propri dispositivi mobili.
Gli accordi con i produttori
Le riserve della Commissione prendono di mira gli accordi siglati da Google con i fabbricanti, che secondo l’organismo UE causano un’esclusione di app e servizi concorrenti, penalizzando in ultima istanza il consumatore finale. Il gruppo californiano replica punto per punto, citando alcuni esempi che testimoniano la libertà consentita ai produttori nell’utilizzo di Android, come nel caso dei device della linea Fire di Amazon, basati su una versione custom della piattaforma e venduti senza Play Store.
- I nostri accordi con i partner sono interamente su base volontaria, chiunque può usare Android senza Google. Provateci: potete scaricare l’intero sistema operativo gratuitamente, modificarlo come volete e costruire un telefono. E grandi aziende come Amazon lo fanno.
- I produttori che vogliono partecipare all’ecosistema Android si impegnano a testare e certificare che i loro dispositivi supportano le app Android. Senza questo sistema, le app non funzionerebbero da un dispositivo Android all’altro. Pensate a quanto sarebbe frustrante se un’app che avete scaricato su un telefono Android non funzionasse anche sul telefono Android dello stesso produttore che avete acquistato in sostituzione del precedente.
- Ogni produttore può scegliere di caricare la suite di app Google sul dispositivo e liberamente aggiungere altre app. Ad esempio, oggi i telefoni sono dotati di svariate app già preinstallate (Microsoft, Facebook, Amazon, Google, quelle degli operatori mobili e altre ancora).
- Naturalmente, mentre Android è gratuito per i produttori, richiede comunque risorse per il suo sviluppo, per migliorarlo, per mantenerlo sicuro e anche per difenderlo da battaglie sui brevetti. Offriamo Android gratuitamente e compensiamo i costi sostenuti attraverso i ricavi che generiamo con le nostre app e i servizi Google che distribuiamo attraverso Android.
- Ed è semplice e facile per gli utenti personalizzare i propri dispositivi e scaricare le app per proprio conto, incluse le app che sono in diretta concorrenza con le nostre. La popolarità di app come Spotify, WhatsApp, Angry Birds, Instagram, Snapchat e molte altre dimostra come sia facile per i consumatori usare nuove app che apprezzano. Oltre 50 miliardi di app sono state scaricate su Android.
Libertà di scelta
In definitiva, Google sottolinea che cambiare il motore di ricerca predefinito in un dispositivo Android è semplice, così come scaricare e installare applicazioni concorrenti per servizi come lo streaming musicale, la gestione dei documenti o la messaggistica. Questo vale anche per l’Europa, un contesto che nel corso degli ultimi anni ha visto fiorire la cosiddetta “app economy”.
Tuttavia, va specificato che la Commissione Europea non punta il dito verso ciò che è permesso dopo aver comprato un dispositivo, bensì sui software che l’utente trova preinstallati al momento dell’acquisto. Questo, secondo Bruxelles, costituisce un comportamento lesivo delle norme antitrust, attuato mediante la firma di accordi di esclusività e incentivi finanziari assicurati a produttori e operatori mobili. Il browser Chrome è un’altra delle app prese in esame.