Il Rapporto sulla Trasparenza di Google viene periodicamente aggiornato dal gruppo di Mountain View per fornire agli utenti uno sguardo completo sulle modalità di gestione delle informazioni personali e, in particolare, sulle richieste di accesso ai dati da parte dei governi di tutto il mondo, ad esempio in concomitanza con i procedimenti giudiziari o per altre questioni di natura legale.
Oggi bigG annuncia di aver messo mano al sito che raccoglie il report, progettandolo nuovamente dalle fondamenta e semplificandone la consultazione. Si tratta di fatto di un restyling operato con l’obiettivo di rendere più chiara (e trasparente) la lettura dei singoli rapporti: quelli già citati legati alle richieste di rimozione dei contenuti da parte dei governi, quelle provenienti dagli utenti o dai titolari di copyright, il traffico generato dai prodotti Google, gli strumenti per la navigazione sicura, l’impiego della crittografia nei messaggi di posta elettronica, l’utilizzo del protocollo HTTPS e il diritto all’oblio.
Continuiamo a investire in questo rapporto perché abbiamo visto direttamente quanto possa essere utile per informare e forgiare un dibattito pubblico in merito alle informazioni online. I dati fungono inoltre da lente su particolari momenti nella storia del Web riguardo a cambiamenti fondamentali relativi alla sicurezza nonché sui i nostri sforzi per essere trasparenti sulle informazioni e su come vengono utilizzate.
Il primo Rapporto sulla Trasparenza è stato pubblicato dal gruppo di Mountain View nel 2010, con l’obiettivo di far luce sulle modalità di accesso ai dati personali degli utenti da parte dei governi. Da allora il sito si è arricchito di nuove e dettagliate sezioni, nel corso del tempo. Ciò che Google presenta oggi è una revisione completa del portale finalizzata a rendere ogni area uniforme, sia dal punto di vista grafico che per quanto riguarda la consultazione dei dati. Ovviamente, il sito è pienamente accessibile sia da browser desktop che tramite smartphone e tablet.