Era il 12 aprile 1961 quando il cosmonauta sovietico Yuri Gagarin, all’epoca 27enne, compì un’orbita di 108 minuti attorno alla Terra. Il primo uomo nello spazio, quasi magicamente tornato vivo a bordo della sua navicella Vostok 1. Un evento che Google non poteva che commemorare con un nuovo bellissimo doodle. Anche YouTube si è ricordata dell’anniversario, con un video celebrativo.
Il logo speciale per questa giornata si ispira al costruttivismo russo, all’estetica della propaganda sovietica di quei difficili anni di Guerra Fredda, e tiene assieme le due caratteristiche più amate dai creativi di Big G: grafica vintage e animazione.
Se infatti il doodle sembra un manifesto russo dell’epoca, è decisamente da 21° secolo la tecnologia che permette di vedere, la prima volta che si carica la home page, la navicella partire dalla superficie terrestre verso l’atmosfera.
Cliccando sul doodle si viene diretti verso la pagina risultati del motore di ricerca, che fornisce immagini, la pagina Wikipedia e il sito ufficiale di celebrazione dell’astronauta che tenne il mondo col fiato sospeso. Memorabile le sue prime parole, quando comunicò alla base a Mosca che “la Terra è blu”.
Tempi, quelli, in cui non era nemmeno possibile essere sicuri di quel che stava accadendo, doveroso quindi ricordare la straordinaria impresa di due italiani, i fratelli Achille e Giovanni Battista Judica Cordiglia, giovani radioamatori che intercettarono, primi e unici al mondo, la voce di Gagarin quando la sua navicella si trovò sopra Torino.
Il mondo conobbe e ascoltò la voce reale di quell’uomo grazie al genio di due italiani, nella città che stava festeggiando il Centenario dell’Unità d’Italia e Torino Capitale. Cambiano le cifre delle ricorrenze, ma non il loro profondo significato.
Che avrebbe fatto Gagarin se fosse vissuto nel nostro mondo? Quelle sue parole immortali sulla Terra vista dallo spazio sarebbero probabilmente un tweet, come quelli che ogni giorno gli astronauti della stazione spaziale internazionale spediscono, compreso il nostro Paolo Nespoli. Il quale, insieme agli altri inquilini della stazione, ha accolto i colleghi russi che sono attraccati con la Soyuz “Gagarin” per celebrare il cinquantenario nel modo migliore: tra le stelle.
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