Google vs pirateria, rimossi 3 miliardi di URL

Oltre tre miliardi gli indirizzi web rimossi dalla ricerca di Google per via della violazione dei copyright.
Google vs pirateria, rimossi 3 miliardi di URL
Oltre tre miliardi gli indirizzi web rimossi dalla ricerca di Google per via della violazione dei copyright.

Google è tutt’altro che comprensiva quando si tratta di violazione di copyright, lo dimostra il recente report “How Google Fights Piracy”: il colosso di Mountain View ha infatti rimosso dai risultati delle ricerche più di 3 miliardi di indirizzi web, appunto per la violazione dei diritti.

Con severità e rigide regole, l’azienda garantisce la sicurezza degli utenti. È una direzione che Google ha tutte le intenzioni di continuare a seguire sebbene, alle volte, sembri eccessivamente inflessibile. Ben oltre 10 milioni gli annunci pubblicitari sospettati di violare i copyright respinti dalla compagnia nel 2017, una cifra considerevole che chiarisce bene le idee sulla trasparenza che richiede.

Importanti anche le cifre relative all’esborso di YouTube per i detentori dei diritti dei contenuti e all’industria musicale: rispettivamente 3 e 1,8 miliardi (100 milioni sono invece stati investiti nello sviluppo e funzionamento di Content Id, che permette di gestire i diritti d’autore sulla piattaforma). Negli ultimi due anni è stata inoltre introdotta Copyright Match, alternativa a Content Id dedicata ai creatori di contenuti con oltre 100 mila iscritti per scovare solo le copie pirata dei video interi.

Google dichiara inoltre che nel futuro continuerà ad impegnarsi alla lotta alla pirateria, un vero tarlo nel mondo del web (e non soltanto). Un’azienda che, in un momento delicato come questo per via dello scandalo delle molestie sessuali venuto alla luce con l’inchiesta del New York Times, ci tiene a ribadire il concetto di sicurezza in tutti i modi possibili. L’intenzione di proteggere i propri utenti, la società cerca di renderla nota in ogni suo prodotto o attività: per esempio, pare che Chrome 71 bloccherà i banner pubblicitari che potrebbero confondere gli utenti, al fine di sventare eventuali truffe.

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