Continua la guerra di parole a distanza tra Google e Microsoft sul tema della produttività online. Da una parte le applicazioni Google, dall’altra i software Microsoft. Google ha acceso la polemica in questi giorni non a caso: Office 2010 è stato rilasciato e molte aziende nei prossimi mesi dovranno valutare se acquistarne la nuova versione o se cedere invece alle lusinghe di Google e del cloud.
La prima a pungere è stata Google quando, alla vigilia del lancio di Office 2010, ha portato sui media la propria presenza per ribadire quanto le soluzioni online possano essere utili e vantaggiose per le imprese che intendono investire in modo accurato. La risposta Microsoft è giunta nel giro di breve non soltanto richiamando le differenze qualitative tra le diverse offerte, ma anche avvertendo sui pericoli relativi all’uso delle soluzioni Google (l’uso di vecchi file potrebbe comprometterne parte delle informazioni contenute). Ed ora è nuovamente Google a prendere parola per voce di Dave Girouard, presidente della divisione Enterprise.
Microsoft in realtà ha già portato online le proprie soluzioni Office, ma la schermaglia dialettica tra le parti mette in bocca a Google concetti infuocati nei confronti della soluzione del gruppo rivale. Girouard ritiene infatti Microsoft in pesante ritardo per tutto quel che concerne le soluzioni cloud. Google spiega di essere in vantaggio di anni sul diretto concorrente e di avere ormai un’offerta sempre più ricca: le soluzioni per sostituire i software con i servizi sono sempre più valide e numerose, ed in questo percorso Google si pone in prima fila per guidare il processo di transizione.
Google non taglia fuori Microsoft dalla corsa al cloud, ma semplicemente spiega che si riparte da zero. Microsoft ha a suo vantaggio una porzione di utenza che tenderà ad abbandonare le vecchie soluzioni pur senza cambiare casa madre, e tutto ciò per evitare shock nell’impatto con nuove realtà; al tempo stesso, però, Microsoft deve fare i conti con una sorta di contrasto interno dovuto al fatto che investire nel cloud significa mettere in ginocchio le soluzioni software (pilastro vero dei bilanci di Redmond).
2 milioni di aziende già interessate, 3000 nuovi business ogni giorno e presto un grande gruppo pronto a compiere il grande passo: Google, nel comunicare le cifre relative a Google Apps, fa la voce grossa e ricorda a tutti come l’alternativa ad Office 2010 sia concreta e disponibile, e che a breve anche IBM, Cisco ed altri grandi nomi saranno pronti ad offrire soluzioni ulteriori. Secondo Google, insomma, il mercato è prossimo ad una sorta di tabula rasa oltre cui ci sarà spazio di manovra per chiunque: il regno di Office, se così fosse, sarebbe definitivamente cosa del passato.