Google sta già affrontando diverse cause legali mosse dall’Antitrust in tutto il mondo, ma alla lista potrebbe aggiungersene una a gennaio. Secondo quanto riportato da Bloomberg, almeno tre stati degli USA (Utah, North Carolina e New York) stanno esaminando le commissioni che il gigante tecnologico prende dagli acquisti in-app e dagli abbonamenti.
Google si prende il 30% sugli abbonamenti al Play Store e sugli acquisti in-app, anche se tale commissione scende al 15% dopo il primo anno di sottoscrizione. Apple ha in vigore una politica simile, ma la fonte non ha specificato se le autorità locali stiano preparando anche una causa contro la società della mela morsicata.
Google, in merito alla questione, ha semplicemente risposto che gli sviluppatori di app Android possono rinunciare al Play Store se non vogliono pagare le sue tariffe. Il vicepresidente di Android e Google Play, Sameer Samat, ha dichiarato:
Android ha sempre consentito alle persone di scaricare app da più store digitali. Ogni negozio può decidere il proprio modello di business. Questo significa che se uno sviluppatore e Google non fossero d’accordo sui termini commerciali, l’app potrebbe comunque essere distribuita sul sistema operativo.
Le tariffe delle commissioni degli store delle due società sono spesso motivo di scontro tra Google/Apple e gli sviluppatori. Solo pochi mesi fa, Epic ha citato in giudizio entrambi i giganti della tecnologia per aver rimosso Fortnite dai loro negozi digitali dopo aver offerto agli utenti la possibilità di acquistare articoli direttamente dallo sviluppatore a un prezzo inferiore. Come si può immaginare, la mossa è stata un tentativo per evitare di pagare le commissioni dei giganti della tecnologia.