È stato il CFO Patrick Pichette, ormai quasi giunto al termine del proprio mandato, ad annunciare i risultati finanziari fatti registrare da Google nel corso del Q1 2015, ovvero durante il primo trimestre dell’anno. Dai numeri emerge un aumento del fatturato pari al 12% rispetto allo stesso periodo del 2014, arrivato a 17,3 miliardi di dollari, con 3,68 miliardi di utile netto. A trainare il rialzo è soprattutto la forte crescita del business legato alle inserzioni pubblicitarie per smartphone e tablet.
All’advertising sono infatti da attribuire 15,5 miliardi di dollari, dei quali 11,9 miliardi provenienti da siti Web appartenenti al network di bigG. Un aumento pari al 14% in un anno, nonostante il prezzo pagato dagli inserzionisti per ogni click (o tap su display touchscreen) sia diminuito del 7%. Dal documento rilasciato si viene a conoscenza anche del fatto che la forza lavoro impiegata dall’azienda a livello globale ha raggiunto le 55.400 unità: in altre parole, in tre mesi il gruppo di Mountain View ha assunto 1.800 nuovi dipendenti.
Ai dati positivi elencati finora si aggiunge anche un trend in ribasso. È quello elencato alla voce “altri ricavi”, che racchiude ad esempio i proventi dalla vendita di applicazioni e contenuti tramite la piattaforma Play Store, oppure di dispositivi dal nuovo negozio virtuale Google Store. In particolare, la commercializzazione dei modelli Nexus è rallentata rispetto al passato. Potrebbe essere la conseguenza delle scelte operate con le versioni più recenti: rispetto a Nexus 5, il nuovo Nexus 6 è decisamente più grande oltre che più costoso e lo stesso può essere detto del Nexus 9 se confrontato con il precedente modello Nexus 7. Queste le parole di Pichette.
Gli altri ricavi sono cresciuti del 23% in un anno, raggiungendo 1,8 miliardi di dollari, ma sono scesi del 2% dal trimestre precedente, in conseguenza all’andamento del Play Store e al declino dei Nexus.