Ai tempi venne vista come una grave sconfitta per Microsoft e una prepotente prova di forza da parte di Google: a distanza di 4 anni è stato un buon affare, ma un cattivo investimento. Google, infatti, ha posto fine alla propria partecipazione nella proprietà AOL lasciando sul terreno gran parte del valore investito e rassegnandosi agli eventi grazie al denaro maturato nel frattempo grazie alla partnership con il gruppo.
Fin dal 2003 AOL e Google sono stati in collaborazione su vari fronti. Il 21 Dicembre 2005, però, una piccola grande svolta: Google valuta AOL 20 miliardi e decide quindi di investire 1 miliardo di dollari per rilevare il 5% della proprietà del gruppo. La mossa sembrava preludere ad un avvicinamento ineludibile tra Yahoo e Microsoft (ancora non realizzatosi ad oggi) e l’azionista Carl Icahn (incontrato anni dopo proprio nell’affare Microhoo) contestava il tutto temendo che il patto potesse legare le mani ad America OnLine.
Il tempo ha dato le proprie sentenze: AOL ha visto scendere inesorabilmente il valore del proprio mercato e dei propri asset, ma ha saputo galleggiare proprio grazie alla partnership con Google. Nel momento in cui Google vende il proprio pacchetto azionario, però, la svalutazione è del tutto evidente: da 1 miliardo si passa a 283 milioni, con una perdita netta di 717 milioni di dollari in 4 anni di proprietà. Alcune valutazioni stimano per Google un introito massimo di 700 milioni negli anni di collaborazione, dunque la perdita nell’asset potrebbe essere compensata dagli introiti operativi registrati nello stesso periodo.
AOL è valutata oggi 5.7 miliardi (contro i 20 del 2005) ed il 5% prima in mano a Google torna ora nelle mani di Time Warner. Per AOL verrà ora meno il legame societario con Google: maggior libertà di azione, forse, ma minore spazio di manovra nel caso in cui la partnership nell’advertising non fosse confermata dopo la scadenza del 2010.
Sostanzialmente invariato il valore di Google in borsa: la caduta di AOL era sostanzialmente digerita dal mercato e le cifre in ballo non sembrano aver solleticato alcuna pulsione ribassista. Nei mesi scorsi, intanto, Time Warner aveva annunciato un completo spin-off di AOL, cosa che aveva incoraggiato l’odierna cessione di Google per lasciare a Time Warner il 100% della titolarità e procedere quindi alla separazione: «Pensiamo che una separazione sarà la soluzione migliore sia per Time Warner che per AOL. […] La separazione apporterà maggiore flessibilità per le operazioni e le strategie di entrambe le società. Crediamo che così AOL avrà maggiori possibilità di raggiungere il proprio potenziale come società leader nei servizi Internet».