Pare che Google abbia versato ad Apple qualcosa come 9,5 miliardi di dollari nel 2018 affinché il suo motore di ricerca fosse quello predefinito di Safari. Perlomeno secondo quanto dichiarato di recente dagli analisti di Goldman Sachs.
L’incasso rappresenterebbe oltre il 20% delle entrate generate dalla divisione Servizi di Apple, che includono – tra le altre cose – il fatturato proveniente da Apple Music, iTunes e App Store. I pagamenti di Google combinati alle vendite di App Store hanno generato il 51% dei ricavi dei Servizi di Apple nel 2018 e il 70% dei profitti lordi, secondo i calcoli degli analisti.
Molti prevedono che in un futuro prossimo Apple possa diventare un’azienda maggiormente orientata sui Servizi. Ciò potrebbe rivelarsi fondamentale per la sua sopravvivenza: il mercato globale degli smartphone sta iniziando a calare, d’altronde, e Apple dipende ancora in modo schiacciante dai suoi iPhone. Nel trimestre di dicembre scorso, il fatturato di iPhone è sceso del 15% su base annua e non si prevede una nuova crescita fino a quando non saranno disponibili nuovi modelli.
Sempre secondo gli analisti, nel 2019 Google dovrebbe versare nelle casse di Apple tra i 9 e i 12 miliardi di dollari, al fine di restare il motore di ricerca predefinito su iOS e macOS.
Nel frattempo BigG sta per estendere la sua piattaforma di recruitment, Google Hire, a Canada e Regno Unito. Si tratta di una sorta di LinkedIn che si integra con G Suite e la cui comunicazione è veicolata da Gmail. Inoltre il colosso della ricerca ha cominciato a censurare una serie di collegamenti a pagine russe su richiesta del Cremlino, nonostante per anni avesse declinato la proposta (è, per Google, un compromesso necessario per non rinunciare al mercato della Russia).