Search Plus Your World, la nuova funzionalità introdotta da Google all’interno del proprio motore di ricerca per fornire alle query un accento maggiormente social grazie all’integrazione con Plus, non ha avuto un primo impatto felice con l’utenza. O, almeno, è questo ciò che emerge dal Web, ma non quanto registrato dalla società di Mountain View, la quale per mezzo del direttore del settore ricerca Amit Singhal scende in campo per difendere tale feature e sottolinea come in realtà la situazione sia ben diversa da quanto delineato fino ad oggi.
Secondo Singhal, infatti, benché la blogosfera abbia accolto in maniera negativa la decisione di Google di arricchire i risultati delle ricerche con i contenuti provenienti dal social network Plus, il parere di buona parte degli utenti sarebbe piuttosto diverso: i feedback ricevuti dall’azienda risulterebbero dunque mediamente positivi, con navigatori entusiasti di poter ottenere informazioni dalle proprie Cerchie di amici utilizzando il classico motore di ricerca.
La critica alla blogosfera è peraltro particolarmente acida: «giudica spesso un libro solo dalla copertina».
Il responsabile del comparto legato alle ricerche online articola poi una difesa nei confronti di Search Plus Your World che poggia le proprie basi su di un teorema principale: tale servizio è disponibile soltanto da poche settimane e non è al momento ritenuto completo dal team di sviluppatori che si occupa di migliorarlo giorno dopo giorno, motivo per cui ogni parere emesso fino ad oggi riguarda un prodotto non finito ma che allo stesso tempo sarà ritoccato giorno dopo giorno, costruendo mattone su mattone la nuova ricerca in salsa social.
Le critiche che hanno investito la nuova funzionalità social di Mountain View, insomma, sarebbero intempestive in quanto l’azienda è alla ricerca del giusto equilibrio per arricchire ulteriormente i contenuti mostrati agli utenti provenienti dalla sfera sociale del web. Search Plus Your World è un prodotto ideato non per essere immediatamente funzionale, bensì per essere corretto nel corso del tempo ed arricchito di nuovi strumenti e contenuti man mano che l’azienda si renderà conto di quali accorgimenti apportare, aggiustando il tiro in corso d’opera ed alzando gradualmente l’asticella della qualità.
In tal senso, Singhal evidenzia come per Google non sia al momento possibile includere informazioni legate a Facebook oppure Twitter, benché il tool “Don’t Be Evil” dimostri il contrario, in quanto l’azienda non ha accesso in profondità ai dati relativi ai due portali e non possa dunque agire in maniera tale da fornire un servizio efficiente ai propri utenti. Ciò non significa però che il colosso delle ricerche intenda mettere in pratica una politica di chiusura totale, anzi: Singhal si è detto disponibile a trattare un nuovo accordo con il social network da 140 caratteri per riportare in vita la ricerca in tempo reale, a patto che sia possibile individuare condizioni d’uso che non varino nel breve periodo, ma che possano fornire a Google la possibilità di lanciare un servizio pensato sul lungo periodo.