Venti cose che ho imparato sul Web e sulla navigazione. Non è l’intervista a qualche guru dell’era informatica, ma un simpatico libretto pubblicato da Google in occasione del ventesimo compleanno del World Wide Web.
20 Things I Learned, con poche parole e alcune illustrazioni, sembra ispirarsi ai libri per bambini (è illustrato dal disegnatore tedesco Christoph Niemann), forse perché Google voleva raccontare la vicenda della tripla W che ha cambiato il mondo, e senza la quale anche il motore di ricerca non sarebbe mai nato, come fosse una favola.
In diciannove capitoletti, più uno conclusivo, si passa dalla domanda “Che cos’è Internet?” (se l’era posta anche Chris Anderson allo IAB di Milano) a questioni più complesse come il cloud computing oppure i social network. Un intero capitolo è dedicato all’HTML5, che anche Google considera strategico per la prossima svolta del Web.
D’altra parte, la natura stessa di questo libro, soltanto virtuale, è un’ottima dimostrazione di un sito Web che assume la forma e le prestazioni di una piccola applicazione: il libro infatti si può sfogliare, illuminare, e si può anche scaricare per poterlo leggere offline e ha piccole, stupefacenti animazioni al suo interno.
Che tipo di operazione è mai questa? In realtà Google mostra interesse nel pubblicizzare il proprio browser, Chrome, visto che una parte importante del libro, quella sulla privacy, e sui cookie, sui malware e sul problema delle tante componenti aggiuntive sui software di navigazione spesso preda dei pirati digitali, si conclude con uno spot sulle qualità del loro browser.
Ma il libro resta davvero una chicca, peccato sia soltanto in inglese. Consigliabile a tutti, e raccomandabile agli insegnanti dei primi gradi di scuola, sia per comprendere meglio l’ABC del Web, sia per imparare l’inglese divertendosi.
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