Può sembrare un paradosso, ma molti membri del team di Google al lavoro fin dall’inizio sul progetto legato alla guida autonoma hanno abbandonato il loro impiego perché pagati troppo. Proprio così: un quantitativo enorme di denaro è finito nelle loro tasche e sui loro conti correnti, tanto da non aver più necessità di un posto fisso e sicuro. C’è chi ha avviato la propria startup sempre focalizzando l’attenzione sul mondo delle quattro ruote e chi invece ha preferito cambiare ambito, per dedicarsi a qualcosa di più vicino alle proprie passioni e inclinazioni.
Questa curiosa dinamica si è innescata a partire dal 2010, quando il gruppo di Mountain View ha deciso di stabilire gli incentivi economici destinati ai propri dipendenti in base al valore acquisito dai progetti sui quali sono impiegati. La tecnologia di Mountain View per le self-driving car ha assunto via via nel tempo sempre maggiore importanza, tanto da arrivare nello scorso anno a siglare una partnership con Fiat Chrysler per condurre test su versioni opportunamente modificate del minivan Pacifica e, più di recente, a costituire una divisione indipendente della parent company Alphabet, chiamata Waymo.
I veterani del team hanno così visto aumentare esponenzialmente il proprio conto in banca. Un modello retributivo che oggi sembra non essere più sostenibile per il gruppo, complice anche una concorrenza sempre più agguerrita per quanto riguarda la guida autonoma: attualmente quasi tutti gli automaker stanno portando aventi lo sviluppo e i test di sistemi propri, da lanciare sul mercato entro i prossimi anni. Il sistema non è visto di buon occhio nemmeno da chi è entrato da poco a far parte della squadra, che vede il proprio stipendio significativamente più basso rispetto a quello di chi vi fa parte da tempo. Sono gli incomprensibili misteri della Silicon Valley, dove i dipendenti abbandonano il proprio incarico perché ricoperti di denaro.