Google si fa il suo Flipboard

Google potrebbe presto lanciare un nuovo magazine virtuale in chiave social realizzato dagli utenti. Il suo nome potrebbe essere Propeller.
Google si fa il suo Flipboard
Google potrebbe presto lanciare un nuovo magazine virtuale in chiave social realizzato dagli utenti. Il suo nome potrebbe essere Propeller.

Dopo il lancio di Google+, continua l’interesse da parte della società di Mountain View nei confronti del mondo social. L’ultima novità in tal senso giunge direttamente dal social network della società, ove Robert Scoble ha dichiarato di aver ricevuto informazioni in anteprima riguardanti un prodotto prossimo al lancio, fortemente ispirato a Flipboard.

Il nuovo servizio targato “Big G” avrebbe dunque l’obiettivo di fungere da canale di informazione per gli utenti, una sorta di social-magazine in cui le news provengono dai siti aggiunti manualmente dagli iscritti. Secondo le indiscrezioni il nome scelto dalla società per il nuovo prodotto sarebbe Propeller, anche se prima del lancio ufficiale potrebbero esservi ulteriori cambiamenti: la data di ingresso tra i servizi ufficiali di Google non è infatti ancora nota, così come non è noto quali saranno le principali funzionalità a disposizione.

In base alle rivelazioni di Scoble, Propeller sarà un prodotto assolutamente eccezionale, in grado di competere con nomi quali il già citato Flipboard, Zite ed altri già attivi da diverso tempo nel settore. Fattore fondamentale del nuovo strumento del gigante delle ricerche è la disponibilità dello stesso per varie piattaforme: al momento la società starebbe studiando soluzioni dedicate ad Android ed iPad, ma in futuro non è esclusa l’ipotesi del rilascio di una versione destinata ad altri ambienti operativi.

Ciò che è noto con certezza è che Propeller avrà un forte accento social, probabilmente grazie all’integrazione con il “+1” e Google+, i quali potrebbero rappresentare un ulteriore canale ove prelevare articoli da includere poi nel magazine virtuale realizzato dagli utenti. Il progetto, infine, rappresenta la risposta al rifiuto da parte dei vertici di Flipboard dell’offerta messa sul piatto dalla società di Mountain View, la quale già nel 2010 aveva carpito le potenzialità di un simile servizio ed aveva provato a farlo proprio a suon di dollari.

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