«Quando la Bitnik Inc. è stata creata, i nostri fondatori desideravano sviluppare un software per la gente e dare agli utenti la possibilità di modificare foto digitali nei propri browser senza dover acquistare o scaricare complicati software. Mentre il nostro primo ufficio nel 2005 aveva appena 2 scrivanie, oggi è cresciuto fino a 20 dipendenti ed è diventato il più divertente editor di foto online con milioni di visitatori ogni mese». Così Picnik guarda al passato, strizzando però l’occhio al futuro: il gruppo, infatti, è stato acquisito da Google.
Picnik è uno dei più noti editor online per immagini accessibili tramite browser. Trattasi pertanto di un prodotto di tipo “Software-as-a-Service” che, se non fosse per la base Flash, sarebbe pienamente compatibile con il modo in cui Google pensa alla dimensione SaaS. Non è chiaro ora cosa Google intenda fare di Picnik, né è nota l’eventuale volontà di modificarne il funzionamento per adattarlo ai propri principi. Quel che appare chiaro è invece il fatto che Picnik potrà essere concettualmente integrato in Picasa, migliorando così le capacità del software che Google mette a disposizione degli utenti per l’editing delle proprie gallery di immagini.
Con l’acquisto effettuato (del quale nessuna delle parti notifica l’entità del valore) Google toglie inoltre un’arma a Yahoo: Picnik, infatti, è l’editing adottato da Flickr fin dal 2007 che ora Google potrebbe teoricamente sottrarre alla controparte. Anche in tal senso, però, è ancora troppo presto per avere informazioni da Mountain View. Le uniche conferme sono ora come ora riservate agli utenti: Picnik rimarrà uguale a sé stesso, senza login tramite Google Account e senza alcuna modifica. «Ma Picnik ha ora molto più potenziale rispetto a prima»: nell’annuncio ufficiale si prospettano molte novità su cui il team sarebbe già al lavoro per «fare grandi cose».
Per Google trattasi dell’ennesima piccola acquisizione nel giro di pochi mesi, qualcosa che Eric Schmidt aveva effettivamente previsto nel momento stesso in cui il gruppo aveva pronosticato una solerte uscita dalla crisi economica. In casa Google non mancano certo le risorse cash, il che incoraggia per logica conseguenza le piccole acquisizioni che possano accelerare l’innovazione e lo sviluppo di nuove funzionalità da mettere a disposizione alla propria utenza.