Amit Singhal, chief software engineer di Google, è una delle poche persone al mondo che può vantare di aver testato un sistema di comunicazione simile a quello visto in Star Trek, a bordo dell’Enterprise: una sorta di gadget indossabile che, una volta premuto, permette di interagire tramite comandi vocali con la tecnologia di bigG. È quanto emerge da un approfondimento sulla tecnologia Google Now pubblicato dalla redazione del TIME.
A conti fatti, si tratta di un banale auricolare Bluetooth con microfono per captare il segnale audio pronunciato dall’utente e di un altoparlante per l’ascolto della risposta. Nulla di più avanzato rispetto a quanto si può fare con altri device in commercio e con una modalità di interazione del tutto simile a quella che oggigiorno offre la maggior parte degli smartphone Android con l’attivazione del comando “Ok Google”. Il progetto risulta comunque interessante poiché utile a capire quanto la passione per la tecnologia, anche quando ispirata a ciò che racconta una serie fantascientifica, possa poi sfociare nello sviluppo e nella realizzazione di servizi, prodotti o soluzioni reali, a beneficio di tutti.
Ho sempre voluto quella spilla. Puoi chiedere qualsiasi cosa e funziona. Ci siamo detti: “Realizziamone un prototipo e vediamo cosa ne esce”.
La passione del gruppo di Mountain View per l’universo di Star Trek non è un segreto. Il nome in codice di Google Now, durante la fase di realizzazione e test, era Project Majel, un omaggio all’attrice Majel Barrett scomparsa nel 2008, che ha prestato la propria voce al sistema di intelligenza artificiale impiegato a bordo dell’Enterprise. Con tutta probabilità la spilla di Singhal non arriverà mai sul mercato sotto forma di un prodotto commerciale. Al contrario, l’assistente virtuale di bigG continua nel suo percorso di evoluzione con l’obiettivo di diventare sempre più funzionale e versatile.