Google Sites è nato inizialmente all’interno dl Google Apps come mezzo indirizzato all’utenza business dotata di un proprio dominio personale, e attraverso il quale realizzare il proprio sito professionale. Ora, il motore di ricerca annuncia tramite il proprio blog di aver aperto la piattaforma a chiunque sia in possesso di un account Google.
Il servizio mette a disposizione tutti gli strumenti necessari al fine di creare il proprio spazio personale all’interno della rete, utilizzando una interfaccia intuitiva e molto simile a quanto proposto da Google Docs. Non viene richiesta nessuna conoscenza del linguaggio HTML, né tanto meno di altri linguaggi di programmazione, permettendo così attraverso una semplice procedura guidata la creazione delle pagine. Google Sites (segue la scheda di approfondimento “made in Webnews”) permette di inserire all’interno delle pagine documenti, calendari, foto, video, e offre una completa integrazione con altri prodotti Google, quali Google Docs, Picasa, Google Video e YouTube. Il servizio diviene dunque una sorta di aggregatore in grado di sintetizzare, in poche pagine web, le attività degli utenti e ciò che gli stessi hanno prodotto online, naturalmente attraverso i siti messi a disposizione dall’onnicomprensivo Google.
Il sito così creato può essere reso pubblico o rimanere privato; è possibile inoltre autorizzare altre persone ad inserire contenuti al suo interno. Una volta reso pubblico, il portale risulterà rintracciabile utilizzando un indirizzo del tipo http://sites.google.com/[nomedelsito]. Lo spazio a disposizione per l’hosting dei file è pari a 100 Mb (10 Gb se lo si utilizza all’interno di Google Apps). Per la semplicità di utilizzo e l’impostazione generale di funzionamento, Google Sites ricorda sotto molti punti di vista la piattaforma GeoCities, lanciata circa tredici anni fa, che raccolse intorno a sé centinaia di migliaia di utenti desiderosi di creare un loro spazio Web autonomo senza dover necessariamente conoscere il codice HTML.