Nel corso di Google I/O 2019, lo scorso maggio, il colosso della ricerca ha confermato ufficialmente di essere al lavoro su Fuchsia OS, un sistema operativo real-time open source. Adesso, il sito ufficiale si arricchisce di informazioni utili agli sviluppatori e, per prima cosa, chiarisce che “Fuchsia non è Linux” ma “un sistema operativo modulare basato sulla capability”.
Sebbene l’indirizzo Fuchsia.dev sia andato online poco dopo la conclusione di Google I/O, finora nessun contenuto era effettivamente visibile sul sito web. Il portale appena lanciato non è il più attraente dal punto di vista visivo, ma include molta documentazione che ha lo scopo di aiutare gli sviluppatori ad avvicinarsi al sistema operativo sperimentale open source. Detto questo, per adesso è quasi impossibile agli sviluppatori iniziare a creare app destinate a Fuchsia, soprattutto perché che ci sono ancora pochi dispositivi che supportano il sistema operativo. La piccola lista include Switch Alpha 12 di Acer, Pixelbook di Google, oltre a diverse generazioni di Intel NUC.
Le informazioni dedicate agli sviluppatori, presenti sul sito, includono dettagli sul kernel di sistema denominato Zircon e riferimenti agli oggetti accessibili mediante FIDL. A differenza di Fucsia, i sistemi operativi Android e Chrome di Google sono basati sul kernel di Linux.
Google prevede di utilizzare il nuovo sistema operativo su un’ampia gamma di dispositivi come smartphone, tablet e notebook. Peraltro, sviluppatori dovranno usare Flutter per scrivere effettivamente l’interfaccia utente e le app: uno dei suoi principali vantaggi è che si tratta di un framework per lo sviluppo di applicazioni multipiattaforma, il quale consente ai developer di creare contenuti sia per iOS che per Android utilizzando un singolo codebase. Anche se Google ha negato di aver intenzione di sostituire Android con Fuchsia in futuro, è possibile che il sistema operativo sperimentale supporti le app Android.