L’impegno di Google è scritto nero su bianco: il gruppo punta ad alimentare i propri data center con energia 100% rinnovabile entro il 2025. Se in Europa e negli Stati Uniti l’obiettivo appare alla portata, nel territorio asiatico non è altrettanto semplice. La ragione è presto spiegata: ancora non esistono certificazioni in grado di garantire che l’energia acquistata proviene da fonti come il sole, il vento o l’acqua.
È per questo motivo che bigG ha scelto di investire nell’attività del Center for Resource Solutions (CRS), finanziandone un progetto di espansione nell’area asiatica, partendo da Taiwan. L’organizzazione si occuperà di rilasciare un certificato da associare ad ogni MWh di energia prodotta attraverso impianti che hanno impatto pari a zero sull’ambiente, dunque non da combustibili fossili o nucleare. In questo modo, chi acquista il certificato è sicuro di aver alimentato i propri sistemi in modo eco-friendly, a beneficio della collettività. Di seguito un breve filmato che illustra il funzionamento del Renewable Energy Certificate.
Lavorano “taggando” ogni MWh di energia prodotto da una fonte come il vento, il sole o altre rinnovabili, creando così un Renewable Energy Certificate (REC). Questo è particolarmente importante per noi a Taiwan, dove stiamo attivamente cercando di acquistare energia rinnovabile per i nostri data center.
Google dichiara inoltre l’intenzione di impegnarsi in prima linea per creare una coalizione di investitori internazionali provenienti dai settori pubblico, privato e ONG, così da assicurare all’iniziativa la sostenibilità nel lungo periodo.
Ad oggi il gruppo ha acquistato 2 GW di energia pulita per alimentare la propria attività, stipulando contratti di fornitura dalla durata solitamente compresa fra i 10 e i 20 anni. Facendo un paragone, equivale a togliere dalla strada circa un milione di automobili.