Il Governo americano mette sotto accusa Google. Si potrebbe descrivere con queste poche parole la decisione che ha portato il Ministro della Giustizia ad aprire un’indagine riguardo l’accordo, siglato nel 2008, tra Google e le associazioni degli editori, che aveva sancito la fine della “guerra” sulla questione dei diritti delle opere letterarie.
La controversia era relativa al servizio lanciato da Google che aveva il compito di fornire un enorme database in cui erano visibili pagine di diverse opere letterarie scannerizzate e immagazzinate nei database del colosso di Mountain View. Un servizio che aveva scatenato le ire degli editori, i quali si erano sentiti “defraudati” dei diritti di sfruttamento sulle opere da loro edite.
L’accordo raggiunto prevedeva il pagamento di 125 milioni di dollari da parte di Google, oltre all’impegno per la creazione di un registro degli autori, che avrebbe loro permesso di ottenere un guadagno da ogni consultazione online di una loro opera.
È proprio questo accordo ad essere finito nel “mirino” del Ministro della Giustizia, il quale ha dato ordine di verificare se con la sua stipula si sia venuti meno al rispetto delle norme che regolano il diritto d’autore negli USA.
Per il momento nessuna decisione ufficiale è stata presa, ma in caso di eventuali conclusioni delle indagini affermanti l’eventuale illegittimità dell’accordo, non è da escludere l’imposizione di un blocco alla sua validità. Una decisione che per Google vorrebbe dire che tutto quanto sarebbe da rifare, ripartendo da zero.