Volevamo creare una migliore esperienza di condivisione per i gruppi, così abbiamo realizzato una nuova applicazione chiamata Spaces che consente agli utenti di riunire istantaneamente più persone all’interno di un gruppo focalizzato su un argomento.
Così Google ha presentato il suo servizio Spaces meno di un anno fa, nel maggio 2016. Un’idea potenzialmente interessante, che però non è riuscita a ritagliarsi uno spazio proprio nell’ambito dello sharing online, oggi dominato da piattaforme social come Facebook e Twitter, senza considerare le sempre più numerose conversazioni di gruppo di applicazioni come WhatsApp. Inevitabile la chiusura, annunciata nelle scorse settimane e fissata per il 17 aprile.
Spaces è dunque uno di quegli esperimenti non andati a buon fine, un’iniziativa che purtroppo non ha saputo incontrare il favore degli utenti, nonostante l’impegno profuso da bigG, che per spingere il prodotto ha dapprima chiesto aiuto alla sua community, arrivando poi addirittura all’acquisizione di una società, Kifi, specializzata nel link management. La piattaforma è l’ennesimo ramo secco che il gruppo di Mountain View decide di tagliare, così da poter concentrare le proprie risorse altrove, migliorando l’esperienza degli altri servizi offerti. Ecco quanto si legge sulle pagine del supporto ufficiale.
Innanzitutto, grazie a coloro che hanno utilizzato Spaces. È stata una decisione difficile, è difficile dirsi addio.
Già dal 3 marzo non è più possibile creare nuovi elementi: in altre parole, Spaces è entrato in modalità di sola lettura, impedendo la pubblicazione di post o commenti. Bloccati anche gli inviti. Il 17 aprile l’intero database del servizio sarà cancellato e non risulterà più accessibile.
Il nostro obiettivo, con Spaces, era quello di creare una migliore esperienza di condivisione all’interno di piccoli gruppi. Faremo tesoro di quanto imparato per migliorare gli altri prodotti e servizi di Google. Grazie ancora per il vostro supporto.