Intentata una causa legale nei confronti di Google, da parte di un product manager dell’azienda. Il motivo? Il gruppo di Mountain View avrebbe violato alcune leggi sul lavoro vigenti in California. Il documento è stato depositato presso la Corte Superiore di San Francisco e fa riferimento diretto a quello che viene definito uno Spying Program, ovvero un Programma Spia rivolto ai suoi dipendenti.
Don’t be evil
Le accuse sono pesanti. Si parla di policy messe in atto al fine di prevenire la fuga di informazioni potenzialmente dannose per l’attività di bigG. Queste proibirebbero al personale di riferire qualsiasi comportamento illegale attuato all’interno della società, anche se il destinatario della confidenza è un avvocato. Google, inoltre, incoraggerebbe i dipendenti a segnalare colleghi sospettati di aver messo in atto comportamenti di questo tipo, attraverso un programma chiamato Stop Leaks. Utilizzare il condizionale è d’obbligo, almeno finché non verrà fatta luce sulla questione. Una copia integrale della denuncia può essere consultata sulla piattaforma Scribd.
Il motto di Google è “Don’t be evil”, ma gli accordi sulla confidenzialità del gruppo e le sue policy hanno fallito il test.
A chi viene assunto dal colosso californiano viene ad esempio impedito di scrivere un romanzo che parla di come sia lavorare per una grande azienda della Silicon Valley, a meno di non ottenere l’approvazione del testo integrale e definitivo da parte della società stessa. L’autore della denuncia si firma John Doe e, secondo le fonti consultate da The Information, è lo stesso che ha rivolto a bigG le medesime accuse nei mesi scorsi presso il National Labor Relations Board.
Stop Leaks
Si parla inoltre di uno dei co-fondatori (Larry Page e Sergey Brin non vengono citati direttamente) che ad un incontro avrebbe ripetuto con insistenza come i responsabili di leak o fughe d’informazioni sarebbero stati sospesi dalla propria attività.
Quali le possibili ripercussioni per Google? Se l’azienda dovesse essere giudicata colpevole per aver attuato comportamenti in violazione delle leggi californiane sul lavoro, potrebbe essere multata con una sanzione pari a 100 dollari per ognuno dei 12 capi d’accusa, moltiplicati per i suoi oltre 61.000 dipendenti. La cifra raddoppierebbe nel caso di violazione estesa reiterata nel tempo, raggiungendo una cifra massima stimata in 3,8 miliardi di dollari.
La denuncia si riferisce in particolare ad una norma della Securities and Exchange Commission che proibisce alle aziende di impedire ai propri dipendenti di interagire con l’agenzia per riferire presunti comportamenti non corretti. Dal documento emerge inoltre che le informazioni ritenute confidenziali dal gruppo sono “tutto ciò che accade in Google”. Da bigG, per il momento, nessuna dichiarazione o replica ufficiale.
La posizione di Google
La posizione ufficiale di Google è stata raccolta da Mashable con parole che smontano l’accusa definendola priva di merito:
Le nostre richieste di riservatezza ai dipendenti sono pensate per proteggere le informazioni proprietarie dell’azienda, pur senza impedire che i dipendenti diffondano informazioni circa i termini e le condizioni di lavoro, o preoccupazioni circa il posto di lavoro.
L’accusa viene pertanto declassata, con l’azienda di Mountain View pronta a difendersi nel momento in cui dovessero esserci ulteriori sviluppi.