“Don’t be evil” forse non è più il motto identificatore di Google. Secondo il The Wall Street Journal, e anche da Electronic Frontier Foundation, Big G avrebbe spiato per lungo tempo gli utenti di iOS. Come? Bypassando le impostazioni di privacy previste per Safari Mobile.
La situazione è semplice ma alquanto polemica. Di default, Safari Mobile impedisce l’installazione di cookie di terze parti, a meno che non sia l’utente stesso a interagire con un widget o su un banner pubblicitario. Questa procedura permette che i dati sensibili di navigazione non vengano indebitamente trasmessi, come ad esempio allo scopo di fornire informazioni pubblicitarie personalizzate.
Google ha da tempo spostato i propri servizi “+1” da server propri a quelli di DoubleClick, nota società di advertising, e così si è ritrovata a dover fronteggiare il muro della privacy imposto da Cupertino. La società ha quindi deciso di creare un cookie nascosto che, tramite un’iniezione di codice Javascript, disabilitava segretamente il blocco per DoubleClick. Di fatto, oltre a sbloccare le feature connesse a Google Plus, Big G ha dato libero accesso a tutti gli operatori operanti tramite DoubleClick, quindi anche pubblicitari e spammer.
Il sistema ai limiti del truffaldino sarebbe già stato disabilitato, ma la EFF ha tuonato puntando il dito contro Google: possibile che la realtà più importante del Web non rispetti le normali regole della privacy? E che interesse aveva Google nello spiare proprio i fedelissimi utenti della Mela?
«Sulla scia della controversa decisione di Google di abbattere il muro protettivo della privacy su alcuni dei suoi servizi, questo nuovo fatto è una cattiva notizia per l’azienda. È tempo che Google comprenda come possa far di meglio per proteggere la privacy dei propri utenti. […] Un modo affinché Google possa provare di essere un buon attore nel dibattito sulla privacy online è fornire modi significativi perché gli utenti possano limitare i dati che Google raccoglie su di loro. Nello specifico, è tempo che i server di terze parti di Google inizino a rispettare le richieste di “Do Not Track” e che Google offra un’opzione “Do Not Track”.»
Nessuna dichiarazione è arrivata dalle parti di Cupertino, ma pare che i tecnici siano già al lavoro per rendere Safari ancora più sicuro.