Google chiude le porte in faccia ai rumor che vedevano nell’accordo con AOL l’inizio di un cambiamento di rotta per i principi cardinali del motore di ricerca. Vista la gravità delle “accuse” il gruppo è intervenuto a piè pari sulle diverse questioni emerse dal silenzio seguito all’accordo ed ha prodotto soprattutto una serie di negazioni circa quello che Google non intende essere o diventare.
Innanzitutto Google non intende modificare il ranking del proprio indice, né per AOL né per gli altri partner: «se un partner ha un rank alto significa che ha prodotto buone risposte alle vostre ricerche». Allontanati inoltre i sospetti che ipotizzavano una migliore indicizzazione del mondo AOL rispetto al resto del web. Anche questa circostanza è stata negata: Google vuole indicizzare tutto il web ed AOL è semplicemente una piccola parte di esso, parte che non gioverà dunque di alcun trattamento di favore.
Una delle negazioni più importanti riguarda la possibilità di vedere sulle pagine Google la comparsa di pop-up o banner pubblicitari grafici. La risposta è secca ed il “mai” finale palesa le ferme intenzioni del motore di negare ogni qualsivoglia ipotesi di transizione verso una nuova dimensione del motore: Google rimane ciò che è oggi, senza modifica alcuna a seguito dell’accordo con AOL.
L’intervento è comparso sul blog ufficiale del gruppo ed è firmato Marissa Mayer, «VP of Search Products & User Experience». Il post rimanda all’annuncio ufficiale dell’ufficio stampa, pubblicato immediatamente a seguito dell’avvenuto accordo, per poi smontare una ad una tutte le voci che erano circolate attorno alle possibili conseguenze dell’acquisizione operata da Google nei confronti del 5% della proprietà Time Warner. Su certe cose, a quanto pare, Google non accetta illazioni.
Nel frattempo c’è chi vede nel 2006 un anno difficile per l’attuale leader dei motori di ricerca. Il noto Jason Calacanis prevede infatti per il prossimo anno l’arrivo del primo vero stop alla crescita del pacchetto azionario del motore. L’anno passerà dunque con poche variazioni, ma soprattutto senza l’inebriante crescita verticale registrata negli ultimi mesi.