Google Stadia, piattaforma gaming basata su cloud del colosso della ricerca, ha debuttato ufficialmente lo scorso novembre. Invece di dover acquistare i giochi su disco fisico o scaricarli da un negozio digitale, gli utenti possono riprodurli in streaming grazie ai server di Google, pagando 129 euro e un abbonamento mensile. Il lancio del servizio, tuttavia, non è stato dei migliori a causa di numerose funzionalità mancanti e un parco giochi eccessivamente ridotto (a distanza di mesi il catalogo rimane ancora carente), ma pare esserci un motivo: gli sviluppatori hanno affermato che BigG non avrebbe offerto loro abbastanza soldi.
Un importante sviluppatore indie avrebbe dichiarato:
Siamo stati avvicinati dal team di Google Stadia. Di solito, quando si approccia a questo genere di cose, viene formulata un’offerta che darebbe agli sviluppatori un incentivo per creare giochi per loro. Ma l’incentivo era praticamente inesistente.
Un altro sviluppatore indipendente avrebbe aggiunto:
Quando valutiamo questo genere di affari, pensiamo: “Sono abbastanza soldi da permetterci di fare ciò che vogliamo? È un affare di esclusività che ci dà sicurezza?”
In sostanza, Google Stadia non darebbe abbastanza sicurezza agli sviluppatori, che la vedono come una piattaforma precaria e non a lungo termine (come invece potrebbe esserlo Steam o il PlayStation Store, per esempio). C’è anche un team di sviluppo che ha dichiarato:
Ci sono piattaforme su cui vuoi stare perché hanno un determinato pubblico e vuoi raggiungerlo. Questo è il caso di Steam o di Nintendo Switch. Hanno grandi community sulle loro piattaforme e tu vuoi stare con loro in modo che gli utenti possano giocare ai tuoi giochi.